Stefano Boeri ricorda che gli indagati del PD dovrebbero fare dei gesti significativi per dinostrare la loro diversità culturale se no per il momento occorre dare adito a Bossi e figlio di avere avuto ben superiore dignità. Via Varese News
Arrivano a raffica i commenti sulle dimissioni di Renzo Bossi. Da giorni è ormai la rete e i suoi social network a dettare il ritmo delle informazioni.”Bene così”. È il commento a caldo scritto subito su Twitter da Roberto Formigoni. “Più che al Trota, ora ci si deve occupare della pozza” Scrive, sempre sullo stesso social network Pippo Civati, consigliere comunale del Pd. “Un vero peccato” è invece il commento di Matteo Salvini, consigliere comunale a Milano per la Lega Nord. “Una buona decisione dimettersi? E’ soggettivo. Ma forse significa che qualcosa di vero c’è”. Scrive Stefano Galli, capogruppo al Pirellone per la Lega Nord. Luca Gaffuri, capogruppo del Pd: “Renzo Bossi è stato costretto e la Lega prova a reagire perché è messa nell’angolo. L’elezione del figlio del senatur era un affronto ai tanti giovani che si impegnano. Ora ci aspettiamo le dimissioni anche del presidente Boni”.
Stefano Boeri, vicesindaco a Milano: “Renzo Bossi, non indagato ma sospettato di aver usato i soldi pubblici del finanziamento ai partiti per suo uso personale, si è dimesso da consigliere regionale lombardo. Beh..forse non è il caso di farsi dare lezioni dal “trota”. I suoi colleghi indagati, a partire da Filippo Penati e da Davide Boni, ci riflettano bene; le dimissioni da consigliere non sono un atto dovuto, ma certo sarebbero un gesto nobile e sicuramente apprezzato dagli elettori lombardi”.