Stiamo bene nella rete. Se sappiamo comportarci adeguatamente online e ridere di noi. Chi ha dimestichezza con internet non interpreti “Come pesci nella rete” (Armando Editore) di Marika Borrelli e Januaria Piromallo alla stregua di un saggio serioso. Si tratta, semmai, di un manuale di sopravvivenza e di comportamento per internauti del mondo online e dei social media.
Raccontato da autrici appassionate di società e di costume, il libro descrive le relazioni che si intrecciano scrivendo un blog, aggiornando una pagina di Facebook, postando compulsivamente cinguettii di 140 caratteri. Un saggio semi-serio per chiunque, per apocalittici e per integrati, per born digital e per imbranati, per baby-boomers e pantere grigie, dove si parla anche di un programma di Intel, ad esempio, chiamato “The museum of me”, che raccoglie alcune informazioni statistiche dal nostro profilo su Facebook e le trasforma in un video di un paio di minuti. Che consente di scoprire le cinque persone con le quali interagiamo di più sulla piattaforma, il numero di ‘mi piace’ dei nostri amici, le nostre foto più viste e le parole più frequenti dei nostri post. Per farci diventare spettatori di noi stessi. Nel libro anche sei capitoli, scritti come se fossero dei ‘post,’ per spiegare il fenomeno delle rivolte nazionali del nord Africa e il cambiamento del mondo del lavoro attraverso l’uso dei social media.