Il giorno del giudizio dovrebbe essere il prossimo 6 dicembre, quando il giudice per le udienze preliminari potrebbe decidere il rinvio a giudizio di Augusto Minzolini per peculato, ovvero la questione delle spese fatte con la carta di credito aziendale. Il risultato potrebbe tradursi nell’abbandono forzato del ruolo di direttore del TG1, ma lui lo ribadisce, anche dopo la débâcle domenicale: nessuno riuscirà a cacciarmi. Nei giorni scorsi abbiamo seguito il toto-nomine, che si originerebbe proprio con l’addio di Minzolini dal telegiornale di RaiUno, ma ancora è tutto in bilico.
Scriveva ieri Repubblica che, anche nel caso di condanna, gli accordi con l’azienda proteggerebbero Minzolini: se è vero che per legge potrebbe essere destinato ad altri incarichi, il direttorissimo avrebbe l’opportunità di vagliare una probabile candidatura di corrispondente da New York o grande inviato dalle maggiori capitali europee. Rimanendo dunque in piena orbita Rai. I nomi di coloro che potrebbero sostituirlo al timone del TG1 rimangono sempre gli stessi: il più quotato rimane Mario Calabresi, ma in standby c’è anche Antonio Preziosi, ora a capo del Giornale Radio, in pole position se il cda dovesse preferire una soluzione interna. Tra le altre candidature, rimangono quella di Mario Orfeo (anche se deboluccia) e spunta pure il nome di Marcello Sorgi, ora editorialista in forza a La Stampa. Ma come si modificherebbe lo scacchiere delle poltronissime, in caso di dipartita di Minzolini?
Tra rumors, indiscrezioni e conferme, le pedine in gioco continuano a muoversi senza curarsi troppo di dove si fermeranno. E il fantapoltrone trova una moderna esplicazione su Twitter. Sabato Paolo Madron, direttore del quotidiano online Lettera43, ha elargito la propria previsione. Minzolini, come scritto da tempo, dovrebbe finire a Panorama, il newsmagazine Mondadori, nonostante sia inviso a Marina Berlusconi. Nessuna possibilità di TG5 o TG4 per l’attuale direttore del TG1, i cui posti chiave rimangono ancora blindati, perlomeno ora. Però Minzolini aveva già fatto capire che avrebbe preferito rimanere protagonista del piccolo schermo, dunque l’eventuale exit-strategy che lo porterebbe in giro per il mondo da corrispondente del TG1 diventa più che plausibile.