Poteva far registrare uno sbocco burrascoso l’irruzione di 25/30 giornalisti precari (=redattori di fatto) milanesi nella sala del Circolo della Stampa dove questo pomeriggio era in programma un dibattito sul tema: “Precari, Autonomi, Freelance: nuove frontiere della professione giornalistica”. La protesta, annunciata da www.dagospia.com, pur tra toni aspri, si è conclusa civilmente: i giovani giornalisti “indignati e arrabbiati”, che lavorano a tempo pieno nelle redazioni di agenzie e di quotidiani, hanno potuto esprimere il loro disagio e le loro difficili condizioni di vita: “Ogni giorno viene stuprata la nostra dignità professionale, la nostra sofferenza non ha confini, stiamo invecchiando e il posto stabile resta una chimera” ha detto uno degli intervenuti. Sui loro cartelli si poteva leggere uno slogan molto amaro e carico di rabbia “precari=schiavi”. Giovanni Negri, presidente del sindacato regionale, ha cercato, riuscendovi, di spiegare il contesto editoriali nel quale si muove la Fnsi e la Lombarda: ”Sappiamo, come ha ricordato a Firenze il segretario Franco Siddi, che non è possibile avere centomila assunzioni. Il sindacato non ha poteri parlamentari. Stiamo aspettando che il Governo approvi la delibera dell’Inpgi che facilita la assunzioni concedendo agli editori sgravi contributivi del 60%”. Nelle parole di Negri è chiaro il riferimento al disegno di legge sull’equo compenso in discussione alla Camera. Negri ha tracciato il confine tra sindacato e Parlamento: “Noi contrastiamo, come possiamo, l’azione degli editori, le leggi devono essere varate dalle Camere. Il momento non è felice. La crisi c’è sia sul fronte delle edicole sia sul fronte della pubblicità”.