Cosa c’è di meglio che alzarsi la mattina e, dopo aver gustato un buon cappuccio e brioche, sfogliare il giornale e scoprire che sono stati finalmente definiti i punti bui della finanziaria….un po’ come se ci avessero accesso la luce su una strada lastricata di escrementi….ma finalmente vediamo in chiaro gli abomini deliberati.
Oltre all’ormai annunciato taglio delle province e la soppressione della “Robin Tax” (mi sembra giusto che gli stra ricchi non debbano pagare tanto….poverini…) la parte più dolente riguarda l’ennesima riforma (scempiosa) del sistema pensionistico. I principali provvedimenti sono:
A) La decadenza del limite di età per il raggiungimento della soglia pensionabile;
B) L’impossibilità di riscatto dell’anno del servizio di leva e degli anni di università;
C) L’accesso alla pensione esclusivamente al raggiungimento del 40° anno di contribuzione.
Difatti, prima, al compimento del 65° anno di età per gli uomini e del 60° per le donne, si aveva acesso alla pensione. Viceversa, ad esempio, con 39 anni di contribuzione più l’anno del servizio di leva, oppure se si possedevano 35 anni di contribuzione e si aveva studiato all’università per 5 anni, si poteva aver accesso immediato alla pensione, mentre ora si dovranno possedere, a prescindere, 40 anni di contribuzione al di fuori dei periodi di leva militare e/o studio.