Cosa c’è di meglio che alzarsi la mattina e, dopo aver gustato un buon cappuccio e brioche, sfogliare il giornale e scoprire che sono stati finalmente definiti i punti bui della finanziaria….un po’ come se ci avessero accesso la luce su una strada lastricata di escrementi….ma finalmente vediamo in chiaro gli abomini deliberati.
Oltre all’ormai annunciato taglio delle province e la soppressione della “Robin Tax” (mi sembra giusto che gli stra ricchi non debbano pagare tanto….poverini…) la parte più dolente riguarda l’ennesima riforma (scempiosa) del sistema pensionistico. I principali provvedimenti sono:
A) La decadenza del limite di età per il raggiungimento della soglia pensionabile;
B) L’impossibilità di riscatto dell’anno del servizio di leva e degli anni di università;
C) L’accesso alla pensione esclusivamente al raggiungimento del 40° anno di contribuzione.
Mese: Agosto 2011
Il giornalismo italiano non è pronto per una sana e qualitativa rivoluzione digitale dell’informazione e che alla base del sistema c’è qualcosa che non funziona
Come è possibile concludere un ciclo di appuntamenti – quelli del Journalism Lab a cura di Vittorio Pasteris all’interno del Festival di Perugia – in cui in modo brillante e appassionato per giorni si è parlato di nuove iniziative digitali, blog, social media, di modelli di business sostenibili, discutendo di precariato e di compensi che oggi i giornalisti freelance ricevono in Italia? Significa che il giornalismo italiano non è pronto per una sana e qualitativa rivoluzione digitale dell’informazione e che alla base del sistema c’è qualcosa che non funziona.
In Germania un giornalista freelance percepisce in media 2147.00 euro al mese (dato dell’associazione dei giornalisti in Germania) e 127 euro al giorno per un reportage; in Inghilterra si parla di 170 sterline a pezzo, in Svizzera per un normalissimo pezzo di cronaca, diciamo di 3.500 battute, siamo sui 78 euro, 200 euro o più se si tratta invece di un reportage. E in Italia? In Italia come ha recitato il presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Jacopino, ci sono testate che retribuiscono i loro collaboratori 4.30 euro al pezzo lordi o 325.00 euro lordi per due mesi di lavoro al Mattino di Napoli. E parliamo della carta stampata perchè per l’online c’è chi sostiene che non ci sia nemmeno bisogno di pagare un giornalista perchè in fondo gli si dà visibilità.
Svenare a oltranza quelli meno influenti
Via Alessandro Gilioli Diciamolo pure chiaro: il super prelievo l’hanno cancellato perché l’establishment dei manager importanti e dei giornalisti in alto grado – cioè quelli più influenti – si sedasse e la smettesse di parlar male della manovra. Sì, siamo al limite della corruzione. Lo stesso vale per le province: rinviata a un’improbabilissima revisione costituzionale … Leggi tutto
Se non vincete vi spiezzo in due
E i calciatori italiani si lamentano dei loro presidenti (Via Repubblica) Dopo l’ennesima delusione (il 2-2 interno nel match di sabato con il Losanna) il principale azionista del club elvetico, l’uomo d’affari ceceno Bulat Chagaev, ha letteralmente terrorizzato i suoi giocatori e lo staff tecnico facendo irruzione negli spogliatoi con le sue guardie del corpo … Leggi tutto
Verso la Apple televisione nel 2012
Via Venturebeat Apple is almost certainly working on a digital television based on its iOS operating system, according to multiple sources in Silicon Valley. An Apple-based television makes sense in light of Apple’s continued expansion out of the computer industry into the larger consumer electronics market. But is it real? Multiple reports, as well as … Leggi tutto
La rivoluzione mobile dell’Africa
Africa’s Mobile Revolution from Jenni Parker on Vimeo.
Giornalismi e giornalisti a Firenze il 7-8 ottobre
Una voce può cambiare il mondo. Tante voci insieme cosa possono fare? A Firenze, il 7-8 ottobre l’Ordine dei Giornalisti ha organizzato gli stati generali della precarietà. “Giornalismi e giornalisti per la dignità della professione” è il titolo della nostra manifestazione. Hanno aderito anche Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Ordine dei giornalisti della Toscana e l’Assostampa Toscana, con il sostegno di Inpgi e Casagit.
Faremo sentire le nostre voci, ma presenteremo anche una carta deontologica, la Carta di Firenze, che è uno spartiacque in una professione sempre più da far west. La carta, alla quale lavoreremo tutti insieme, impone comportamenti ‘etici’ tra colleghi, puntando l’accento sulla rispetto di chi vive la precarietà sulla pelle. La dedicheremo a Pierpaolo Faggiano, il collega pugliese che si è tolto la vita proprio perché non riusciva più a tollerare la precarietà lavorativa.
Scittori per vincere la depressione per disoccupazione forzata
Via Affari Italiani Un corso di scrittura per combattere la depressione da cassintegrato: è quanto hanno organizzato Cgil di Milano e scuola Holden per i lavoratori dell’Eutelia di Pregnana Milanese. È da fine 2009 che i 375 dipendenti dello stabilimento lombardo sono in cassa integrazione: metà di loro quasi subito ha dovuto far ricorso a … Leggi tutto
Steve Jobs si è dimesso da CEO di Apple
Auguri per la salute Steve… ma la vedo non facile … per la salute
To the Apple Board of Directors and the Apple Community:
I have always said if there ever came a day when I could no longer meet my duties and expectations as Apple’s CEO, I would be the first to let you know. Unfortunately, that day has come.
I hereby resign as CEO of Apple. I would like to serve, if the Board sees fit, as Chairman of the Board, director and Apple employee.
Internet nutre di nuovo i cervelli libici
Via Pino Bruno Dopo 171 giorni di blackout, in Libia hanno riacceso internet. “Welcome back to the Internet, Libya”, titolava ieri il Washington Post. Già, ma a Bengasi la rete non si è mai spenta, e non si può dire che il Consiglio Nazionale per la Transizione ne abbia fatto buon uso. Al suo esordio, … Leggi tutto