Raccontano un Vajont, proprio come Marco Paolini: ma stavolta è un Vajont economico. Una diga virtuale, la diga delle proprie certezze e dei propri stipendi: che crolla trascinando con sè migliaia di dipendenti. La storia di Eutelia, il gigante con i piedi piantati ad Arezzo, l’azienda di telefonia che da anni è in un vortice di debiti, inchieste e operazioni sotto la lente della magistratura. La raccontano a teatro.
La raccontano al pubblico. Forse la raccontano soprattutto allo spettatore che non c’è: a quanti che potrebbero dire, come nel film di Martone, «Noi ci avevamo creduto». Un instant theatre? In fondo sì anche se gli autori non amano questa definizione. «E’ uno spettacolo al quale stiamo lavorando dal 2009, non certo costruito sulle cronache di un mese». E in effetti non è colpa loro se Eutelia è sempre al centro dell’attenzione, e ora perfino della scena.
Fino a pochi giorni fa, quando finalmente sono partiti i bandi per la vendita, redatti dai commissario straordinari, l’ultima speranza per chi ci aveva creduto.Gli «Schiavi in mano» per dirla con il titolo di uno spettacolo proposto da Fabio Monti (nelle foto) e Norma Angelini. Lui è regista e attore, lei scenografa e coautrice. Una coppia «tosco-sicula» che la sua ispirazione la raccoglie spesso e volentieri proprio dalle grandi vicende di cronaca.