Una avventura vissuta da Torino a Milano
Partiamo, è il solito treno del pomeriggio pieno di studenti o lavoratori, quasi tutti pendolari abituali. Molti dormono, altri leggono o sentono musica in cuffia, altri ancora con occhi stanchi lavorano al laptop. Nessuno bada allo scorrere delle stazioni, salvo che dopo un quarto d’ora il treno si ferma in un luogo ignoto in mezzo a un grosso temporale. Strano … i treni vanno anche in mezzo ai temporali peggiori. Passa il tempo e nessuno ci dice niente. Che succede ? Problemi tecnici ? Il maltempo ? Nulla. I viaggiatori iniziano a telefonare a parenti e amici per annunciare il ritardo. I più informati sostengono che ci troviamo a Vittuone, comune ignoto a buona parte dei viaggiatori. Il tempo passa e non succede niente. Qualcuno va su e giù per il treno a raccogliere informazioni. Dopo una buona mezz’ora il tam tam sul treno dice che bisogna scendere per prendere un altro treno per arrivare a Novara … “poi si vedrà”. Pare ci sia un treno fermo nella stazione di Magenta che blocca tutta la linea verso Torino. Fuori diluvia. La processione dei viaggiatori – bestie scende dal treno stoppato, si infilza nel sottopassaggio, qualcuno un po’ folle attraversa direttamente i binari. Ovviamente i nervi diventano sempre più tesi. Iniziano insulti fra i viaggiatori e il personale delle ferrovie. Saliamo sulla tradotta Vittuone – Novara.
La situazione è allucinante (vedi foto) con persone in piedi, sedute ovunque. No conosciamo le normative di sicurezza, ma siamo ben oltre qualsiasi buon senso. Probabilmente sulla tradotta hanno imbarcato più treni bloccati dal tappo a Magenta. Si parte e italianamente cerchiamo di prenderla con filosofia. Altri invece inveiscono contro le ferrovie, il governo, l’Italia, il vicino di casa, e tutto quello puà essere utile a sfogare i nervi. Qualcuno però racconta: “ capita un volta al mese e nessuno fa niente. Si rompe sempre qualcosa e noi qui a perdere tempo e salute”. Il treno percorre la tratta molto lentamente, evidentemente l’eccessivo carico umano induce prudenza. Superiamo nel binario rimasto bloccato diversi treni tra cui un TGV francese. I suoi viaggiatori non possono essere trasbordati, devono aspettare che si liberi il loro binario. A Porta Susa il Milano – Parigi avrà già 170 minuti di ritardo quando raggiungeremo Torino. Arriviamo a Novara sudati, stanchi e sfatti. Ora occorre prendere il primo treno che passa per raggiungere Torino.