In Sicilia “non accadde più” (terza parte). Sembra una storia d’altri tempi, da Porto delle nebbie. Negli ultimi trent’anni, infatti, mai nessuno è stato condannato per il reato di Stampa Clandestina, residuato semi bellico, legge del 1948 che rimanda a censure e bavagli da regime. Eppure accade oggi. Anzi, riaccade. Al giornalista e blogger Carlo Ruta, che vive a Ragusa. Sentenza d’appello, prima sezione penale della Corte di Appello di Catania. 150 euro di ammenda.
La sentenza conferma la condanna di primo grado pronunciata dal giudice Patricia di Marco del Tribunale di Modica il 9 maggio 2008 in seguito ad una denuncia dell’allora procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, che si riteneva danneggiato dall’attività del blog di Ruta.
La Corte ha stabilito che il blog di Ruta deve essere equiparato a un giornale cartaceo quotidiano; pertanto avrebbe dovuto essere registrato come testata giornalistica presso il Tribunale, e invece non lo era, come la maggior parte dei blog.
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