Dopo le scosse telluriche, in Spagna, arrivano anche quelle sociali: da Twitter e Facebook l’attivismo si è trasferito nella piazza principale di Madrid (La Puerta del Sol) attraverso la viva (ma per ora pacifica) protesta di centinaia di migliaia di giovani “indignados” provenienti da tutto il territorio iberico.
Guardando le immagini in diretta attraverso ustream e tramite i video caricati su youtube, si intuisce subito la portata non trascurabile del movimento di contestazione e rivendicazione; esploso questa volta nel cuore dell’Europa. L’unico giornale italiano che si è occupato di raccontare brevemente la rivolta, l’Unità, scrive che il folto gruppo di persone è composto in prevalenza da giovani che si autodefiniscono “senza casa” (e senza futuro) e che, esesperati, hanno deciso di scendere in piazza per esigere una reale alternativa all’attuale classe politica che dirige la spagna.
Precari, disoccupati e studenti: tutte categorie che raccolgono sempre più persone e che trasudano sempre più rabbia e frustrazione. Questi nuovi gruppi di “scontenti” travano attraverso internet il modo di coordinarsi ed organizzarsi per grandi manifestazioni di massa. Un popolo di insoddisfatti che cresce di numero giornalmente e al quale, lo stesso Zapatero, resosi conto della grande partecipazione e del pericolo di un’autentica guerra civili, ha detto di voler dare ascolto. Gli “Indignados” denunciano in particolare la collusione tra politici e banchieri e molto di loro non nascondono simpatie per il pensiero anarchico; visto come unica alternativa credibile all’oramai azzoppato modello democratico.
Al momento, alle ore 00:08, si nota la piazza ancora stracolma e si sente con chiarezza la voce di un ragazzo che parla attraverso un impianto d’amplificazione invocando il ricambio politico, la coscienza sociale e le riforme che aiutino i giovani e le categorie deboli. Poi ancora “No alla speculazione”, “no alla privatizzazione”, “No ai politici corrotti e sordi”.