I conti che non tornano di Lettera 43

Via Marco Esposito Paolo Sesini, ‘amministratore delegato di LETTERA 43,  dichiara i numeri del sito di informazione diretto da Paolo Madron: “Oggi siamo già a 140mila utenti unici al giorno che producono 700-750mila pagine viste al giorno”. Numeri pazzeschi. Soprattutto se si considera che Lettera 43 è nato relativamente da poco tempo. Numeri talmente alti, … Leggi tutto

I dolori del giovin Piero

Via QP: un riassunto delle gatte da pelare che si stanno creando nella campagna elettorale (quasi sicuramene vincente) di Piero Fassino a Torino: La Ganga, il partito dei Lupi, le liste, Fiat …

I problemi di TheDaily

Via LSDI

Brutte notizie per Murdoch. Un’ analisi del Nieman Lab delinea una traiettoria piuttosto sgradevole per il quotidiano solo-su-iPad realizzato dalla News Corp.

Secondo la ricerca, basata sull’ attività registrata su Twitter – alla luce della convinzione che il numero di tweet dovebbe aumentare con il crescere dei lettori, e viceversa -, l’ interesse nei confronti del quotidiano online starebbe rapidamente declinando. Purtroppo, il numero esatto di lettori è sconosciuto – commenta Techland.time.

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Modelli in transizione, nonnismo delirante e un giallo di documenti spariti

Via Mario Tedeschini

Il problema vero, che i miei rappresentanti sindacali non sembrano cogliere, è che viviamo in una fase storica e culturale dove i modelli economici e produttivi dell’informazione così come li avevamo conosciuti sono morti o stanno morendo. Ci può non piacere, ci può angustiare (e personalmente non mi piace e mi angustia), ma è la realtà. Una realtà, peraltro, che in termini generali ha i suoi aspetti positivi perché è la realtà di una maggiore libertà per tutti di esprimersi e di raccontare, non solo per i giornalisti. La rete non è il problema del giornalismo professionale, la rete è l’epifenomeno di una rivoluzione profonda e – forse, se ci si mette d’impegno – potrebbe essere parte della soluzione per il futuro del giornalismo.

Ma l’altro equivoco che emerge dal documento è che “futuro del giornalismo” sembra essere equivalente con “futuro dei giornali” o, peggio, “dei giornalisti” intesi come categoria chiusa e regolata dallo Stato, per la cui sopravvivenza è giusto e opportuno chiedere allo Stato medesimo aiuto e sollievo, che è poi lo scopo dell’intero documento presentato al Senato.

[Ho detto “presentato”? Forse mi sono (chissà, “quasi”…) sbagliato. Infatti il 29 marzo sul sito della FNSI è apparso un comunicato nel quale si informava che una delegazione del sindacato,  guidata dal segretario Franco Siddi, era “stata sentita dalla Commissione Lavoro del Senato, in ordine all’ ‘indagine conoscitiva sul trattamento normativo ed economico nel settore dell’Editoria’.” e si allegava il testo integrale della memoria. Quel comunicato e quel testo, però, non compaiono più sul sito della Federazione, benché siano stati ripresi da molti blog e siti di giornalismo che però linkano a una pagina di errore.  Il testo comunque è ancora consultabile nella cache di Google, e sulla  pagina di Facebook dei Giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia. L’audizione c’è stata e il sito del Senato ne offre il resoconto sommario privo della memoria eventualmente allegata, e non compare invece nulla di nulla sulla pagina che aggrega i contenuti della Indagine conoscitiva in questione.

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I precari non più cani sciolti

Mario Deaglio su La Stampa I precari, infatti, tradizionalmente sono cani sciolti, con diversissime storie personali, ai quali la continua mobilità rende comunque difficile, in via normale, un’azione comune. Assunti a termine, pagati, di solito non molto, e poi arrivederci e grazie. Una simile situazione può anche essere accettabile se esiste una sorta di patto … Leggi tutto

La Torino che non cambia mai

Da un commento del blog Mio marito, il quale da perfetto torinese è ancora convinto di appartenere ad una razza eletta soprattutto se si è venuti al mondo alla maternità del Sant’Anna. Bellissima città Torino, fredda e lontana, elegante e tradizionalista, gentilmente arrogante, affabilmente distaccata, cortesemente indifferente, assolutamente estranea ad emozioni che non siano intimamente … Leggi tutto

I precari del giornalismo in marcia

Via il Fatto Quotidiano

Oggi in decine di piazze d’Italia stanno manifestando precari, disoccupati, sottoccupati, sfruttati. Manifesteranno perchè questo paese ritrovi giustizia, legalità e dignità.

Il precariato è un grave problema, ma in quanto tale non sarebbe insormontabile. Diventa una minaccia all’esistenza delle persone quando insieme al precariato ci si imbatte nell’illegalità degli imprenditori, dei superiori gerarchici e spesso dei colleghi che sfruttano, che vessano, che ricattano per mantenere alte le loro rendite di denaro o prestigio, e per poter esercitare potere e per incutere paura. Si tratta di sfruttamento puro e crudo che sublima le caratteristiche peggiori del precariato,  al cui confronto quello che si stimmatizza nei paesi asiatici nel lavoro manuale è poco di peggio, poco di più pietosamente schifoso.

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E dopo 20 anni Linux ha demolito Windows

Federico Cella su Corriere.it Ci sono voluti vent’anni esatti, ma alla fine Linux ha vinto. Una vittoria figlia della pazienza, possibile solo se sei «no profit», dei piccoli e piccolissimi passi del «pinguino» sull’acerrimo rivale: Windows. Che poi si tratti di una vera vittoria, è tutto da dimostrare. Lo è senz’altro nelle parole del direttore … Leggi tutto

Il nostro tempo è adesso: oggi

Oggi in decine di piazze italiane scendono in piazza migliaia di precari, sottoccupati, sfruttati, studenti, per difendere il loro futuro e chiedere ed ottenere un’Italia diversa, più onesta, più giusta. Via QP L’esercito dei precari scende in piazza. A Torino, così come in tutte le maggiori città italiane, sabato pomeriggio giovani e meno giovani, giornalisti, … Leggi tutto