Il presidente Jacopino risponde Via LSDI
Mi chiede un segnale forte. Credo di darlo, so di darlo grazie al conforto che mi viene da centinaia e centinaia di giovani sfruttati da quei ladri di sogni e di verità che ci sono tra gli editori.
La risposta al suo quesito di fondo è NO. Un no netto, chiaro. Non baratterò il dovere della denuncia del comportamento vergognoso di molti editori, i loro furti di dignità che perpetuano con la schiavitù del precariato con il miraggio di una carota, il colloquio con gli editori.
In questa vicenda ci sono in campo due parti: una i giornalisti, in particolare i più giovani; l’altra gli editori, impegnati solo in logiche mercantili. Non mi chieda, né lei né altri, di stare in mezzo. La mia scelta è netta ed è con i primi, non perché sono gli ultimi (non mi condiziona il mio essere cattolico) e neanche per una logica di casta. Ma per ragioni morali.
In una sua recente performance, il presidente della Fieg si è gloriato di risultati che vanno un po’ meglio, sorvolando su una riduzione del costo del lavoro del 9,6 per cento. Siamo stati noi, con il sacrificio di centinaia di professionisti, rottamati senza ritegno, a dare un contributo fondamentale se non unico. Carlo Malinconico parla solo e sempre di soldi, in tutte le occasioni. E’ stato inutile chiedergli una presa di distanze da quanti tra gli editori si comportano in maniera scorretta. Inutile. Per il presidente della Fieg non è mai “la sede giusta”.
Confindustria Sicilia ha impiegato pochi minuti di una riunione per dichiarare che gli industriali che pagano il pizzo vengono espulsi dalla associazione. La Fieg? Non trova mai l’occasione per un richiamo morale ai ladri di sogni e di verità.
Non li rincorrerò sul loro terreno, non cercherò baratti più o meno volgari. Non ho vantaggi personali da chiedere, ma doveri morali da onorare. Mi spiace che lei non li condivida o non apprezzi il percorso, nonostante l’evidente esperienza che ha con i comportamenti disinvolti degli editori.
C’è una proposta di legge – che ha avuto il pubblico appoggio del governo ed è firmata da esponenti di molti partiti di maggioranza e di opposizione – che prevede vengano tolte tutte le laute provvidenze agli editori che non retribuiscono adeguatamente il lavoro dei giornalisti.
La strada è quella: gli editori vanno colpiti nel portafogli. E’ la sola musica che sono disposti ad ascoltare.