La pubblicità della multinazionale svedese ritrae due uomini fotografati di spalle che si tengono per mano e sopra il già citato slogan. In basso, sotto la foto, compare invece una scritta dove l’Ikea spiega: “Noi la pensiamo proprio come voi: la famiglia è la cosa più importante”. E sottolinea: quello “che cerchiamo di fare è rendere più comoda la vita di ogni persona, di ogni famiglia e di ogni coppia, qualunque essa sia”. Apriti cielo.
Lo spot dell’Ikea “contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione, è offensivo e di cattivo gusto. L’Ikea è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine ‘Famiglie’ è in aperto contrasto con la nostra legge fondamentale che dice che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio”. Parole del santo sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi, non nuovo ad allegre uscite omofobiche. Fin qui tutto nella norma, insomma. Fatte ovviamente le dovute tare all’ipocrisia degli esponenti di questo centrodestra, pronti da un lato a scagliarsi contro la diversità sessuale e ad ergersi come guardiani della sacralità della Famiglia con la F maiuscola, dall’altro a difendere e proclamare il diritto costituzionale al proto-libertinismo del loro presidente del Consiglio.
Parole che hanno scatenato reazioni da più parti: Arcigay, Radicali, sinistra extraparlamentare, singoli esponenti del Pd si sono scagliati contro le parole del sottosegretario, definite “pericolose, aggressive, irresponsabili”. Ovviamente i democratici non potevano cavarsela così a buon mercato, riuscendo a dire “solo” la cosa giusta. Siccome Paola Binetti ha lasciato ormai da tempo il Pd, ci ha pensato Giorgio Merlo da Cavour a difendere la Famiglia: “Un conto è denunciare il fallimento del governo sulle politiche per la famiglia e per l’infanzia, basta ricordare il pesante taglio deciso dal governo Berlusconi; altra cosa, invece, è ricordare e custodire il valore costituzionale della famiglia”. Per questo, conclude il deputato, “Giovanardi sull’Ikea ha ragione”.