Meglio scrivere sul web che sulla carta, meglio scrivere per i propri lettori che per il proprio editore. Esiste però un grosso tuttavia. Il percorso verso una personale visibilità, che è la scusa di Arianna Huffington e di molti altri per drenare contenuti gratis in rete, esiste, ma transita spesso al di fuori della leva economica dei furboni del web. Non è possibile oggi in Italia sostenersi economicamente dentro questo percorso di crescita personale e non ha senso essere sfruttati dall’industria editoriale, nuova o vecchia che sia, per 5 euro a pezzo. Non dico che partire da lì per andare altrove sia impossibile ma è scorretto anche solo proporlo ai tanti giovani dalla belle speranze che affollano scuole di giornalismo, siti web e redazioni. Ed è comunque molto improbabile. Tanto improbabile quanto essere notati in rete per le cose che si scrive ed essere invitati a continuare a fare le stesse cose dietro adeguata onesta retribuzione.