Un prestigioso Carlo Felice Dalla Pasqua analizza gli usi e i costumi lessicali dei giornali italiani
Soltanto chi non fa non falla, dice uno di quei detti che ci vengono in soccorso per giustificare qualsiasi cosa. Però, proseguendo nel gioco delle banalità, se errare è umano perseverare è diabolico. Chiaro? No, ovviamente, ma adesso cercherò di spiegarmi meglio. È da ieri sera che stiamo seguendo – su internet, alla televisione, alla radio e sui giornali – l’operazione “Odissea all’alba”. All’inizio non ci avevo fatto caso, era più importante capire ciò che stava avvenendo in Libia, ma poi mi sono chiesto: perché hanno chiamato “Odissea all’alba” un’operazione cominciata con l’attacco francese delle 17.45 di sabato 19? Avessero preso in considerazione l’ora di New York sarebbero state le 11.45, in California le 8.45. Soltanto alle Hawaii, 11 ore più indietro, era l’alba, ma ritenevo difficile che chi ha dato il nome all’operazione avesse stabilito come ora centrale quella delle Hawaii, magari per un atto di servilismo verso Obama, nato in quelle isole. Sono andato allora su un sito in inglese e ho scoperto che il nome originale era “Operation Odyssey Dawn”, ossia “Alba dell’odissea” (uno per tutti, si veda il twitter del Dipartimento della Difesa americano, che usa regolarmente l’hashtag #OperationOdysseyDawn).
Mi sono incuriosito anche perché, salvo poche commendevoli eccezioni, “Odissea all’alba” continua a essere, dopo più di un giorno, la traduzione adottata da molti organi d’informazione (e in questo caso non è un problema di mainstream media o semplici blog: l’errore è trasversale). Non mi interessa sapere se sui libri di storia i nostri figli e nipoti studieranno “Alba dell’odissea” o “Odissea all’alba” o qualche altra preposizione articolata, mi interessa sapere come è nata quella traduzione sbagliata e senza senso. Ho scoperto così che l’origine, purtroppo, è la stessa di tanti altri errori dei mezzi d’informazione italiani: i lanci dell’agenzia Ansa presi acriticamente. E chi fa il giornalista sa bene che è più facile convincere un caporedattore o un direttore che il loro amministratore delegato è un incompetente piuttosto che far loro ammettere che è sbagliata un’Ansa che in quel momento tutti i concorrenti stanno dando per vera. Anche in questo caso fatte le solite poche e commendevoli eccezioni. Per questo anche domani – stamattina ormai, visto che mezzanotte è passata da tempo – continueremo a leggere e ad ascoltare “Odissea all’alba”.