Stefano Tesi ha raccontato nel suo blog la storia di Stefano Fabbri.
Poiche’ alcuni mi chiedono della mia “trombatura” nelle elezioni per il Consiglio nazionale della Fnsi, invece di spiegarlo al telefono lo faccio qui. Ovviamente sui contenuti del Congresso mi riservo di dedicare una nota a parte, anche se rischia di essere molto, molto piu’ breve per assenza oggettiva di materia prima.
Allora, e’ andata cosi’. I diari si cominciano dal primo giorno, ma intanto vi dico invece come e’ finita con tre brevi ‘morali’ la cui spiegazione trovate nelle righe che seguono:
a) se i giornalisti italiani sapessero e vedessero cosa accade nei retrobottega (ma in fondo anche nelle vetrine) delle loro assise sindacali nazionali, rincorrerebbero con il forcone tutti coloro che vi partecipano. Lo dico senza fare la vergine dal candido manto, visto che sono al mio terzo congresso della Fnsi, e senza pensare alla (triste?) sorte di trombato che la (triste, senza punto interrogativo) Bergamo mi ha riservato.
b) In un contesto simile pretendere il rispetto di accordi, anche quelli meno ignobili, e’ condizione sufficiente per essere ricoverati d’urgenza alla neurodeliri per un trattamento sanitario obbligatorio.
c) Ai vertici sindacali nazionali della Fnsi non importa un fico secco di quello che accade in cio’ che una volta si chiamava base: l’importante e’ che paghino le quote, obbediscano e non si mettano di traverso.