Prometteva passioni, ora è un monoscopio. La televisione Dahlia ha chiuso le trasmissioni venerdì pomeriggio con un messaggio di poche righe per i 600 mila abbonati. Non sospesi: falliti. Il mercato di chi guarda le partite di calcio, ormai spalmate sette giorni su sette, è dominato da Sky sul satellite e da Mediaset sul digitale terrestre, ex coinquilino proprio di Dhalia che per 30 milioni di euro per due anni ha comprato i diritti per la serie B e otto squadre di serie A.
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Tutto ritorna al mittente: i diritti alla Lega Calcio che martedì ha convocato una riunione sul tema, le frequenze a Telecom Italia Media Brodcasting. Sarà interessante conoscere la strategia di Piero Vigorelli, l’amministratore delegato che dovrà riempire un vuoto e soprattutto recuperare 24 milioni di euro. Di Vigorelli, ai tempi di Mamma Rai, scrisse Dario Di Vico sul Corriere della Sera: “Nelle ore immediatamente successive alla vittoria di Silvio Berlusconi nelle elezioni del marzo ’94: girò nei corridoi di Saxa Rubra avvolto nella bandiera di Forza Italia”. E dunque di mezzo c’è sempre Mediaset che vedeva in Dahlia un avversario morbido, quasi comodo, come quelli scelti per le partite amichevoli.
La lotta lunga e logorante è con Sky, che sul satellite offre l’intero pacchetto di serie A, B e Champions League, acquistati a prezzi ben più alti del Biscione. Adesso Mediaset può assorbire con i saldi il secondo campionato italiano al completo, anche perché la Lega di serie B deve garantire i ricavi previsti alle 22 società, a dir poco in affanno senza il contributo televisivo.
Più complicato per le otto squadre di serie A oscurate: non mancano le proteste dei tifosi, ma Sky andrebbe in guerra con la Lega se dovesse venderla con lo sconto a Mediaset. Una seconda e più classica ipotesi prevede che Telecom conservi i multiplex liberati da Dahlia per ritentare l’avventura nel calcio. L’amministratore delegato di Telecom Italia Media, Giovanni Stella, sin dai primi sintomi del crac imminente ha cercato di risolvere il problema senza creare allarme: “Saremo in grado di rimpiazzarli trovando altri clienti”. Ma per il terzo polo televisivo il campo da calcio sembra troppo stretto.
9 commenti su “Il fallimento di Dahlia e i vantaggi per Mediaset Premium”
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Secondo Federico di Chio, vicedirettore business pay Mediaset Premium, il fallimento di Dahlia non porterà grandi vantaggi perché Dahlia aveva una quota di mercato irrisoria. Sarà vero?
Da modesto "ecomistico" mancato mi permetto di sottolinerare non le quote di mercato attuali, ma quelle potenziali delle squadre dahlia e soprattutto dei vantaggi economici di vendere un paccheeeto praticamente full e non monco
mediaset premium offre un servizio pessimo
servizio pessimo
mediaset premium offre un servizio pessimo.
praticamente ora ce solo premium nel dtt
si e adesso mandano anche la pubblicità in mezzo a un telefilm, non bastava quella tra un programma e l'altro!!!
Sono d'accordo, hanno un cattivo servizio
Il concetto comunque è un altro… ormai il potere è concentrato nelle mani di sole 2 aziende che dettano legge nel mercato. Chiunque provi ad entrare sarà sempre e comunque destinato a fallire.
Stefano