La Exor lascia Torino e sposta il suo quartier generale a Hong Kong, uno dei più importanti snodi della finanza internazionale e principale via d’accesso all’Oriente. La decisione è stata presa nei mesi scorsi da John Elkann dopo aver consultato tutti i rappresentanti dei vari rami della famiglia e i “grandi vecchi” Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens. L’orizzonte di business del gruppo è ormai il mercato globale, con particolare attenzione alle realtà emergenti e dinamiche, un fronte troppo vasto per essere presidiato dalla periferia dell’impero. Il nuovo capo azienda che sostituirà Carlo Barel di Sant’ Albano, l’amministratore delegato che ha traghettato Ifi e Ifil nella fusione con la nuova Exor, non avrà più il suo ufficio in corso Matteotti 26 ma risiederà stabilmente nell’isola dei Nove Draghi.
Anzi, secondo quanto riportano fonti interne alla famiglia Agnelli, la palazzina in stile umbertino che ha dato i natali alla dinastia è stata messa in vendita. Nel giro di qualche mese la toponomastica storica della città perderà così un altro luogo simbolico. È in quelle stanze di corso Oporto, il vecchio nome di corso Matteotti, che Edoardo e Virginia posero le basi della casa regnante della Sacra Ruota ed è in quegli austeri saloni che l’Avvocato e il Dottore trascorsero la loro infanzia.
1 commento su “Gli Agnelli spostano Exor a Hong Kong”
I commenti sono chiusi.
Quando i politici nostrani (e non solo!) capiranno che In Italia avere le tasse sul personale più alte d’Occidente (e quindi: del mondo) vuol dire disincentivare qualunque impresa a restare in Italia (se se lo possono permettere), o chiudere (se non se lo può permettere) sarà troppo tardi. I manager non scioperano: emigrano, e se a nessuno importa capire perché avviene sistematicamente, accontentandosi di un “Eh, sun strunz”, è perché evidentemente a tanti va bene così.