Finisce 15 pari la votazione nella cosiddetta “bicameralina” sul federalismo municipale. Nonostante i tentativi del governo, che ha cercato di scongiurare fino all’ultimo momento questo risultato modificando il testo più volte, il risultato finale è che il parere formulato dal relatore è sostanzialmente respinto. Il governo, però, non se ne cura. Convoca in serata un consiglio dei ministri straordinario e approva il provvedimento. “Finalmente i comuni avranno le risorse senza andarle a chiedere col cappello in mano. I soldi resteranno sul territorio dove sono stati prodotti” esulta Umberto Bossi. Mentre fonti del governo fanno sapere che il decreto approvato è quello con tutte le modifiche frutto del confronto in bicamerale e dell’intesa con l’Anci. Ora il decreto dovrà passare al vaglio del Quirinale.
“Una svolta storica”: così il premier avrebbe definito la riforma secondo chi era presente al Consiglio dei ministri. Berlusconi avrebbe anche posto subito i prossimi obiettivi: allargare la maggioranza e rafforzare la squadra di governo e, al più presto, la nomina di nuovi sottosegretari.Furiosa la reazione dell’opposizione. “Un inaudito schiaffo al Parlamento, una lesione senza precedenti delle prerogative delle commissioni parlamentari fissate per legge. Un vero atto di arroganza. Il governo Berlusconi-Bossi, dopo tanta propaganda, finisce per approvare con un colpo di mano il federalismo delle tasse” attacca il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. “E’un vero e proprio esproprio eversivo contro il parere del Parlamento” afferma in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando. In precedenza si era fatto sentire anche Gianfranco Fini: “E’ una situazione senza precedenti. Chi conosce le regole della Bicamerale sa che in caso di pareggio il provvedimento si intende respinto”.