De Bortoli ha deciso di rispondere all’attacco ricevuto da una parte degli azionisti del Corriere Via Il Fatto Quotidiano
Al Corriere della Sera il direttore Ferruccio de Bortoli reagisce alle pressioni dei suoi azionisti, Fiat in testa, e denuncia “assai seri fatti accaduti recentemente, in casa nostra”. Ai giornalisti che ascoltavano la comunicazione del direttore in un incontro che si è tenuto ieri in via Solferino (con la redazione romana in collegamento) è parso evidente il riferimento alla lettera di protesta partita da John Elkann (casus belli gli articoli critici di Massimo Mucchetti), presidente di Fiat e secondo azionista della Rcs, che due giorni fa è anche andato di persona nella sede del giornale.
De Bortoli se la prende con un “establishment economico e finanziario [che] mostra di gradire poco le voci libere e le critiche: preferisce gli amici e i maggiordomi”. E nel consiglio di amministrazione della Rcs Quotidiani, che edita il Corriere, i membri dell’establishment ci sono tutti: da Cesare Geronzi a Giovanni Bazoli a Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera. Il direttore, tornato a guidare il giornale nel 2009 grazie soprattutto all’accordo tra Bazoli e Geronzi, sceglie di legare i suoi due problemi principali: i rapporti con la proprietà e la riorganizzazione del giornale, che è ancora in stato di crisi, chiedendo ai giornalisti di votare in un referendum “sul piano editoriale, sul piano di mediazione e sulla fiducia al direttore”. Se vince, sarà più forte davanti alla proprietà e potrà attuare il piano di riordino del Corriere, se perde lascia. Una prova di forza che, stando alle parole del direttore, sembra indispensabile. Ma che a molti redattori ricorda il “ricatto” denunciato dalla Fiom a Mirafiori, nel referendum chiesto da Sergio Marchionne.
Qui, però, il peggioramento delle condizioni di lavoro (meno benefit e maggiore libertà per l’azienda nello spostamento del personale da un servizio all’altro) si salda con la questione dell’indipendenza. Il Corriere “ha criticato la Fiat, Intesa Sanpaolo e altri nostri azionisti. Ha condotto coraggiose inchieste su Finmeccanica ed Eni”, dice il direttore. E poi un attacco a Repubblica: “Sfido altri giornali a fare altrettanto con i loro padroni, a indagare, per esempio sul business delle energie alternative”, con evidente il riferimento al gruppo De Benedetti che con Sorgenia opera in quel settore.
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L’ipotesi più probabile, per la verità, è che al posto di De Bortoli possa arrivare Mario Calabresi, il direttore della Stampa, con sponsor principale proprio la Fiat di John Elkann, azionista di entrambi i quotidiani. Martedì si riunirà l’assemblea dei giornalisti di via Solferino, per discutere il da farsi. E quasi certamente si andrà al referendum, a scrutinio segreto. Per decidere se la permanenza di De Bortoli vale la rinuncia ad alcune garanzie e l’accettazione del piano industriale.
UPDATE1: Il Post riporta integralmente il discorso di De Bortoli alla redazione del Corriere
UPDATE2: Lettera 43 racconta le azioni di John Elkann: E John prese il fucile