La SIAE ha un debito di 800 milioni di euro nei riguardi degli autori ed editori associati: lo sostiene una rappresentanza importante delle categorie interessate in una lettera firmata dalle associazioni degli editori FEM e ANEM e dalla Federazione Autori FA, nel cui consiglio direttivo siedono tra gli altri Giulio Rapetti (Mogol), Gino Paoli, Mario Lavezzi e Tony Renis. “Una cifra enorme se comparata con il debito che hanno le altre società europee”, scrivono gli estensori della missiva, ripresa dal blog di Mario Luzzatto Fegiz Fegiz Files, sottolineando che “la SIAE è diventata la più costosa tra le società di collecting europee, con un aggio superiore rispetto a tutti i suoi diretti competitor”. A fronte di tali costi, scrivono FEM, ANEM e FA, la società “vanta la peggiore performance in termini di servizi e una maggiore lentezza nelle ripartizioni”. Il bilancio passivo della SIAE, aggiungono, è “frutto di decisioni, delibere, stanziamenti di risorse che da una parte hanno eroso le finanze della società e dall’altra non hanno portato nessun miglioramento in termini di qualità e di efficienza”. Non è tutto, perché oltre alle politiche economiche dell’ente le tre associazioni ne denunciano la gestione clientelare e personalistica: “Chi negli ultimi anni ha gestito la SIAE, grazie ad una solida maggioranza sia in Assemblea che in Cda”, accusano, “ha inesorabilmente smantellato la Società sia in termini economici che in termini etici”. La conclusione, per FEM, ANEM e FA, è che oggi la “SIAE è una Società in perdita che, in mancanza di reali interventi di modernizzazione, rischia uno scenario ‘Alitalia’ ”