Quella inaugurata il 31 dicembre 2010 dal comune di Napoli non è una web tv per giovani. Anzi. La redazione è quasi interamente composta da giornalisti professionisti di grande rango e prestigio, ma dall’età media piuttosto avanzata. Quasi tutti over 60 e pensionati di lusso, chi della Rai, chi de Il Mattino. Giornalisti nati professionalmente all’epoca della macchina da scrivere che prestano la loro opera a titolo gratuito nel settore della multimedialità. E ai giovani cronisti precari, che non possono lavorare gratis perché non hanno altri redditi e protestano perché ritengono i criteri di reclutamento utilizzati come l’ennesimo scippo del loro futuro, il sindaco Rosa Russo Iervolino, classe 1936, ha risposto così: “Le polemiche non ci sono solo quando non si fa nulla. Ciò nonostante non è pensabile considerare la web tv come un antidoto alla disoccupazione: è una struttura che dà voce a tutti e lavoreremo per avere un numero maggiore di giovani all’interno”. Nonostante la rassicurazione del sindaco, la vicenda e il suo contorno di polemiche hanno fatto esplodere un conflitto generazionale, specchio dei problemi di un Paese che non favorisce il ricambio e offre sempre meno opportunità ai giovani professionisti.