«Massimo D’Alema va in vacanza a Saint Moritz con la moglie e veste con il cachemire? È solo un imborghesimento comune alla sinistra, in particolare agli ex comunisti che, anche se hanno cambiato il nome al partito restano tali e hanno un unico obiettivo: prendere il potere eliminando Silvio Berlusconi con l’ausilio dei pm». Il Presidente del Consiglio è convinto dell’esistenza di questo disegno e lo ha spiegato in collegamento telefonico con Kalispera, la trasmissione di Alfonso Signorini.
È stato il conduttore a stimolare il premier, mostrandogli la fotografia di D’Alema in vacanza con la moglie a Saint Moritz, località turistica un tempo cara all’avvocato Agnelli. «Non è un cachemire – ha detto Berlusconi – che può cambiare il cervello e il cuore della gente. I nostri post-comunisti fanno finta di avere abitato su Marte e dicono anche di non essere mai stati comunisti, ma non hanno mai fatto i conti con il loro passato e con gli orrori di una ideologia spaventosa. Ricordiamo sempre che è stata l’ideologia più disumana e criminale della storia dell’uomo che ha prodotto solo miseria e disperazione e più di 100 milioni di morti».
È caduto il muro di Berlino, l’Urss è un ricordo del ’900 ma per Berlusconi, in Italia «i comunisti esistono eccome» e continuano a fare ciò che hanno sempre fatto: «Mistificano la realtà, demonizzano l’avversario, cercando di farlo fuori, come fanno con me, utilizzando i magistrati a loro vicini, perchè mi considerano un ostacolo da eliminare assolutamente per arrivare al potere». Un traguardo che non raggiungeranno, non tanto perchè, come ha osservato Signorini «con il ciuffolo» che il premier glielo dà, ma perchè, come ha precisato Berlusconi «sono gli italiani, per fortuna, che non si riconoscono in questa sinistra». Il cambio del nome e l’imborghesimento dei dirigenti come D’Alema ma anche di Santoro («veste Armani» ha sottolineato Signorini) e Beppe Grillo sono solo operazioni di trasformismo: «I comunisti italiani hanno pensato che bastasse cambiare il nome del partito per cancellare il passato. Hanno cambiato il nome più volte ma il trucco non ha funzionato perchè sono sempre gli stessi, con gli stessi pregiudizi, con lo stesso modo di fare politica. È vero si sono imborghesiti, indossano capi firmati, scarpe fatte su misura, pasteggiano a caviale e champagne, ma sono sempre gli stessi». L’unica differenza, ha precisato, è che una volta «andavano nelle case del popolo, adesso frequentano i salotti più chic».
1 commento su “A volte ritornano: i comunisti”
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Ma via, cerchiamo d'esser seri, che mi frega come vestono e dove passano le vacanze i nostri politici. E' importante che si rimbocchino le maniche e comincino a lavorare sul serio. Purtroppo sono spudoratamente assenteisti e dediti ai peggori vizi italici…la vedo nera. E poi il berlusca che ancora agita lo spauracchio del comunismo…maremma cane che faccia tosta: lui che va a braccetto con Putin,Gheddafi e compagni vari e fa governi con fascisti, xenofobi e anticostituzionalisti. Povera patria. Poveri noi.