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L’Antitrust indaga sulle Ferrovie mentre Arenaways raddoppia le proprie corse

Via Repubblica

L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti della società Ferrovie dello Stato e di Rfi (la controllata Fs che gestisce la rete ferroviaria) per verificare se abbiano abusato della posizione dominante detenuta nel mercato dell’accesso alla rete ferroviaria nazionale. La “vittima” presunta è la società Arenaways, firmataria di uno degli esposti (l’altro è delle associazioni dei consumatori Altroconsumo e Codacons) in cui si lamentano ostacoli all’accesso alla rete.

In base alla legge, essendo gestore unico della rete nazionale, la società Rfi dovrebbe consentire agli operatori privati che ne facciano richiesta di poter accedere all’infrastruttura nazionale, “tenendo conto del grado di saturazione della rete” e sulla base di regole predefinite. L’inchiesta dovrà dunque verificare se Fs, attraverso la propria controllata Rfi, abbia posto in essere dei comportamenti per ostacolare Arenaways nel mercato del trasporto passeggeri, per favorire la propria azienda Trenitalia e finendo per danneggiare i cittadini che dalla libera concorrenza avrebbero potuto trarre vantaggio.

Secondo i ricorrenti, Fs avrebbe opposto una serie di rinvii pretestuosi a partire dal 2008, quando Arenaways aveva chiesto le “tracce” per lanciare il proprio servizio di trasporto passeggeri lungo una linea che copriva le stazioni di Alessandria, Voghera, Pavia, Milano, Novara, Vercelli, Santhià, Torino e Asti.

Con il nuovo orario invernale Arenaways raddoppia il numero delle proprie corse fra Milano e Torin, accorciando i tempi di percorrenza. I collegamenti quotidiani passano a a otto , quattro per ogni senso di marcia. Nei giorni feriali si effettueranno tutte le corse, in quelli festivi solo due per ogni senso di marcia, la mattina e la sera. Il viaggio durerà un’ora e 44 minuti per effettuare il percorso To-Mi.

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Da HP e Palm arriva il PalmPad

Via Fonews The Apple iPad has a solid lead in the tablet space. But Steve Jobs had better watch out: the competition is coming. This year at the annual Consumer Electronics Show (CES) in Las Vegas, pundits predict that manufacturers will unveil a host of tablet-style devices to compete with Apple’s funky iPad. But the … Leggi tutto

Giornalisti digitali toscani e Ast a fianco dei redattori di Libero.it

Dal sito AST “Giornalisti digitali toscani’’, gruppo di lavoro sindacale sul giornalismo digitale appena costituito a Firenze – e  l’ Associazione stampa toscana esprimono piena solidarietà ai colleghi della redazione di Libero.it, che il portale vorrebbe ‘’rottamare’’ impunemente affidando a un service esterno il lavoro redazionale compiuto finora dall’ equipe di 15 giornalisti interni e … Leggi tutto

Ifil-Exor: tutti assolti perché fatto non sussiste

Via Reuters Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Virgilio Marrone, i tre imputati del processo Ifil-Exor  sull’equity swap del 2005 su Fiat, sono stati assolti perché il fatto non sussiste. Lo ha detto oggi il presidente del Tribunale di Torino Giuseppe Casalbore. I tre, che hanno sempre ribadito la loro estraneità alle accuse, erano accusati … Leggi tutto

Twitt spaziali

Via Apogeonline Quando i primi uomini andarono in orbita attorno alla luna, Marshall McLuhan fu colpito dal fatto che, mentre tutti noi ci aspettavamo fotografie dei crateri lunari, il simbolo di questa avventura spaziale diventò l’immagine della Terra ripresa da un oblò della navicella spaziale. «Tutti noi che stavamo guardando abbiamo avuto un’enorme risposta riflessiva. … Leggi tutto

Parte il CSI Piemonte 3.0

Dal comunicato stampa del CSI Piemonte

Le prime due epoche della vita del Consorzio sono alle spalle: la meccanizzazione degli enti e poi il processo di informatizzazione (eGovernment) sono ormai consolidati, occorre aprire questo patrimonio e offrire sempre maggiori servizi digitali che facilitino la vita dei cittadini e contribuiscano ad aumentare la competitività del sistema produttivo. In questo scenario e nei modelli economici associati sta il futuro di un importante e ancora attuale organismo dedicato all’innovazione della pubblica amministrazione.

Per sottolineare questa evoluzione il CSI ha aggiornato la sua immagine con una rivisitazione del proprio marchio, ma soprattutto un nuovo sito web, una maggior presenza sui principali social network, un nuovo video istituzionale, il rinnovamento del periodico di informazione e un nuovo magazine on line.

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La ciberguerra di Wikileaks secondo Manuel Castells

Via Internazionale

Il potere sta nel controllo della comunicazione, come scrivevo nel mio libro che si chiamava appunto Comunicazione e potere. La reazione isterica degli Stati Uniti e di altri governi contro Wikileaks lo conferma. Siamo entrati in una nuova fase della comunicazione politica. Non tanto perché sono stati rivelati segreti o pettegolezzi, quanto per la loro diffusione attraverso un canale che sfugge al controllo degli apparati.

La fuga di notizie riservate è la fonte del giornalismo investigativo sognata da qualsiasi mezzo d’informazione in cerca di uno scoop. Dai tempi di Bob Woodward e della gola profonda del Washington Post, la diffusione di informazioni teoricamente segrete viene protetta dalla libertà di stampa. La differenza sta nel fatto che i mezzi d’informazione tradizionali fanno parte di un contesto imprenditoriale e politico soggetto a delle pressioni. Internet è più libera. La rete è protetta dal principio costituzionale della libertà di espressione, e i giornalisti dovrebbero difendere Wikileaks, perché i prossimi a essere attaccati potrebbero essere loro.

Nessuno mette in dubbio l’autenticità dei documenti trapelati. Anzi, diversi giornali importanti stanno pubblicando e commentando questi documenti per la felicità dei cittadini, che così fanno un corso accelerato sulle miserie dei corridoi del potere. Il problema, si dice, è la fuga di informazioni segrete che potrebbe mettere in difficoltà le relazioni tra paesi. In realtà bisognerebbe paragonare questo rischio a quello che si corre nascondendo ai cittadini la verità sulle guerre che gli stessi cittadini pagano e subiscono.

La posta in gioco è il controllo dei governi sulle loro fughe di notizie e sulla loro diffusione attraverso mezzi alternativi che sfuggono alla censura. Una questione fondamentale, che ha provocato una reazione senza precedenti negli Stati Uniti (con un appello per assassinare Assange lanciato da alcuni leader repubblicani e persino da certi columnist del Washington Post) e un allarme mondiale generalizzato che va da Chávez a Berlusconi.

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L’Ungheria come la Birmania

Via Pino Bruno

In confronto a quelle approvate poche ore fa dal parlamento ungherese, le leggi sulla stampa in vigore in Corea del Nord, Turkmenistan, Iran, Birmania, Siria, Sudan, Cina, Cuba e via censurando, sembrano giochi da ragazzi. Faranno di certo precipitare l’Ungheria dal ventitreesimo posto agli abissi della classifica mondiale sulla libertà di stampa elaborata ogni anno da Reporters sans frontières. Non sono provvedimenti tollerabili, nell’Unione Europea.

Da ieri la stampa in Ungheria non è più libera. Il Parlamento, con i voti della maggioranza conservatrice, ha approvato infatti l’ultimo tassello della ‘legge bavaglio’ sui media, una riforma che consente al governo del premier Viktor Orban ampio controllo su tutti gli organi di informazione: radio, televisione, giornali, e anche internet. E’ l’ultima stazione di un lungo processo cominciato a luglio, subito la conquista del partito conservatore Fidesz di una maggioranza di due terzi alle politiche, conseguendo così un potere eccezionale, senza precedenti nella storia dell’Ungheria democratica, che consente di modificare la Costituzione e la struttura dello Stato.

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