Dopo venti giorni di stallo, arrival’accordo su Mirafiori. Un regalo di Natale però dimezzato perché la Fiom, il primo sindacato nella fabbrica simbolo della Fiat, non ha firmato. E proprio il sindacato dei metalmeccanici della Cgil sembra pagare il prezzo più grosso dell’accordo: quando nel 2012 nascerà la newco di Mirafiori, in base all’intesa firmata oggi, la Fiom resterà fuori. La rappresentanza sindacale infatti sarà permessa solo alle sigle che hanno firmato l’accordo. Accordo che ora sarà sottoposto al voto dei lavoratori. Probabilmente nella seconda settimana di gennaio, l’unica in cui la fabbrica non sarà svuotata dalla cassa integrazione a ripetizione. I punti chiave dell’accordo riguardano: assenze, turni e straordinari, pause e mensa a fine turno. In cambio della firma da parte di Fim, Uilm, Fismic e Ugl la Fiat conferma l’investimento di un miliardo per trasformare la fabbrica simbolo del gruppo nell’avamposto europeo del gruppo Chrysler: nei piani di Marchionne, infatti, l’azienda di corso Agnelli dovrà produrrre i Suv realizzati su una piattaforma americana con i marchi Alfa-Chrysler.
1 commento su “Firmato l’accordo per Mirafiori, ma la Fiom non ci sta”
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Mi sembra che La Busiarda colpisca ancora con una informazione smaccatamente di parte
TORINO
Per lo stabilimento di Mirafiori, «inizia una nuova fase della vita. E adesso faremo partire gli investimenti previsti nel minor tempo possibile». Per Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, l’accordo firmato oggi dai sindacati (esclusa la Fiom) e dall’azienda, «è il miglior regalo di Natale che potessimo fare alle nostre persone. Ora – aggiunge – bisogna lavorare per realizzare il contratto collettivo specifico per la joint venture che consentirà il passaggio dei lavoratori alla nuova società Fiat-Chrysler».
La firma arriva dopo quasi sette ore di confronto all’Unione industriale di Torino, metà delle quali in "ristretta" (cioè con ogni sindacato rappresentato da due dirigenti) e riannoda il filo interrotto il 3 dicembre, quando la trattativa si ruppe. Nel rush finale sono state messe a punto le modifiche, dopo le osservazioni fatte dai sindacati, per quanto riguarda le pause, l’assenteismo, i turni di lavoro. La Fiom, come aveva annunciato nei giorni scorsi, non ha sottoscritto l’intesa: il segretario nazionale Maurizio Landini parla di «accordo vergognoso. Per la prima volta – dice – si cancella di fatto l’esistenza del contratto nazionale e si ledono i diritti dei lavoratori, impedendo ad un’organizzazione, tra l’altro la più rappresentativa del comparto e non solo della Fiat, di avere uomini e rappresentanze». «Sono scandalizzato – rincara il segretario provinciale della Fiom Federico Bellono -. Così vengono buttati a mare vent’anni di relazioni industriali, nel silenzio imbarazzato e imbarazzante della Confindustria e delle altre organizzazioni sindacali».
Diametralmente opposto il giudizio di Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic: per lui «l’accordo ha una portata storica perchè dimostra la capacità di mantenere un’industria manifatturiera in grado di attrarre investimenti esteri». In risposta alla Fiom, Di Maulo aggiunge: «Viene modernizzato il sistema di relazioni industriale, creando il presupposto del contratto specifico dell’auto, maggiormente vicino ai bisogni dei lavoratori». Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi fa osservare il duplice valore dell’accordo «da un lato esprime la volontà di Fiat Chrysler di realizzare un importante investimento a Mirafiori e, dall’altro, la volontà dei sindacati riformisti di accompagnare quest’intesa con la piena utilizzazione degli impianti e una migliore remunerazione del lavoro attraverso un contratto più vantaggioso».
La Cisl considera l’accordo appena raggiunto per lo stabilimento Mirafiori della Fiat un’intesa «importante che garantisce un’investimento fondamentale per Torino e l’Italia. Nessun diritto ètato toccato o tagliato – puntualizza il leader Cisl – ma ci sono anzi soldi in pi— in busta paga per i lavoratori e la riqualificazione del sito di Mirafiori. Sono certo – aggiunge – che i lavoratori apprezzeranno l’accordo e la posizione responsabile dei sindacati che l’hanno firmato». Per Bruno Vitali, responsabile auto della Fim, i sindacati «hanno fatto il massimo. E Marchionne è stato "incastrato": a questo punto deve fare gli investimenti annunciati». Chi si augurava una "diversa" soluzione è il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, che parla di «ennesimo accordo separato. Si consuma oggi – commenta – una vicenda che determina una maggiore preoccupazione da parte nostra perché avremmo preferito il prevalere del dialogo alla scelta pregiudiziale di escludere la Fiom dal futuro delle relazioni sindacali in Fiat». «È un risultato importantissimo per tutta l’industria italiana», commenta Gianfranco Carbonato, presidente dell’Unione industriale di Torino. «Mi sembra un accordo positivo, una Pomigliano migliore», è la lettura di Sergio Chiamparino, sindaco di Torino.