Il tentativo è quello di dare un’accelerata e di chiudere l’accordo prima Natale. La partita decisiva sul futuro di Mirafiori si dovrebbe giocare domani. Fiat e sindacati si rivedranno infatti domani, all’Unione Industriale di Torino, alle 11, per riaprire il tavolo sul rilancio dello stabilimento. La convocazione segue la lettera inviata ieri da Fim, Uilm e Fismic. Secondo l’ad Sergio Marchionne il piano per Mirafiori presentato ai sindacati «è qualcosa di unico: la possibilità di produrre nello storico impianto di Torino Suv di classe superiore, sia per il marchio Jeep sia per l’Alfa Romeo, destinate ai mercati di tutto il mondo».
Non ci sono «stati, negli ultimi decenni, nel nostro Paese – ha spiegato il manager italo-canadese – altri esempi concreti di un impegno condiviso da un costruttore di automobili estero. I volumi previsti nel progetto, sino a 280 mila unità l’anno, sono stati pensati per saturare gli attuali addetti, con una possibile crescita occupazionale per il futuro. Questo è il modo per offrire a Mirafiori la possibilità di compiere il salto di qualità necessario per diventare una fabbrica internazionale, per mettersi in gioco e aprirsi al mondo».
Marchionne ha poi invitato la Fiom a non sottrarsi dalla trattativa. Quanto al referendum tra i lavoratori su un eventuale accordo, il maglioncino più famoso d’Italia ha detto: «se lo vogliono fare, sono d’accordo». Se dovesse essere bocciato dalla maggioranza dei lavoratori, «ce ne andiamo – ha detto Marchionne -, in caso contrario, l’investimento si fa».