Mediablog di Marco Pratellesi si è reincarnato in Vanity Fair
Eccoci qua, finalmente. Oggi è un giorno importante perché Vanity Fair ha una nuova dimensione: quella digitale, moderna e ancora più vicina ai lettori con i quali può adesso instaurare un dialogo quotidiano. Per me è poi un giorno doppiamente importante perché riparte Mediablog, che avevo lasciato, insieme al Corriere della Sera, nell’aprile scorso. Tra le poche certezze che ho maturato in 13 anni di lavoro online c’è la convinzione che oggi non si possa fare un buon lavoro editoriale se non si impara ad ascoltare i lettori con attenzione. Fino a dieci anni fa il lettore era rilegato a un ruolo passivo: leggeva il giornale, ascoltava la radio, guardava la televisione, ma non poteva esprimere la propria opinione se non prendendo carta e penna per inviare una lettera al direttore.
In dieci anni è cambiato tutto. Oggi chi fa il giornalista sulla rete sa che scrive con gli occhi dei lettori puntati addosso, in tempo reale, pronti a rilevare ogni minima imprecisione, ogni contraddizione, ogni errore. E non solo. Il lettore arricchisce l’articolo con punti i vista diversi, notizie e particolari che al giornalista possono essere sfuggiti. A volte fa anche di più: i più esperti sono in grado di verificare le fonti su internet e capita che possano mettere in difficoltà il giornalista superficiale o poco scrupoloso.