Via Leggo, l’originale dal Guardian
Julian Assange non ha voluto usare il preservativo, durante i rapporti sessuali consumati, nell’agosto scorso, con due ammiratrici svedesi. Questa l’accusa che ha portato capo di Wikileaks davanti al magistrato londinese Caroline Tubbs. Assange avrebbe avuto dei rapporti consensuali con due donne, che l’accusano di non aver voluto usare il preservativo e, in un caso, di averlo rotto “deliberatamente”. Le due ammiratrici erano entrare in contatto con lui in occasione di un seminario su ‘Guerra e ruolo dei media’ organizzato a Stoccolma dal Brotherhood Movement, un controverso gruppo cristiano legato al partito socialdemocratico. Il Mail chiama le donne per convenzione ‘Sarah’ e ‘Jessica’: non sono i veri nomi, dal momento che il processo giudiziario è in corso. Sarah (il vero nome è Anna Ardin, come rivelano altre fonti), una bionda attraente sui trent’anni, è l’addetta stampa di Brotherhood Movement e ha viaggiato il mondo inseguendo una serie di cause alla moda. Sarah/Anna e Julian non si erano mai visti prima, ma lei lo aveva invitato a stare nel suo piccolo appartamento nel centro di Stoccolma. Assange era arrivato l’11 agosto e dopo cena i due erano finiti a letto.
Nè lui nè lei contestano il fatto che durante il rapporto si era rotto il ‘condom’, un evento che in seguito Sarah/Anna, una femminista radicale, ha definito «deliberato» da parte di Julian. Lì per lì però non ci fu animosità tra la svedese e il 39enne hacker australiano, che ha un figlio di 20 anni da una relazione giovanile fallita. Al punto che la funzionaria di partito continuò a ospitare Assange, organizzando perfino una festa in suo onore. A questo punto spunta ‘Jessica’: ventenne di Enkoping, una cittadina a 60 chilometri da Stoccolma. Vede Assange in televisione, in lei scocca la scintilla e si fa assumere tra i volontari che lavorano al seminario. In quella occasione conosce anche Sarah. Avvicinato dalla ragazza, Assange non resiste e le fa la corte.
Seguono vari incontri e un invito a vedersi a casa di lei. «Julian non aveva contanti, non voleva usare la carta di credito e ‘Jessica’ gli comprò il biglietto del treno», scrive il Mail. Assange e la ragazza vanno a letto e fanno sesso due volte. Lui usa il preservativo, ma non fa il bis in un altro rapporto l’indomani mattina. Anche in quel caso il commiato è amichevole, con la promessa di rivedersi. Jessica però si spaventa: confida a Sarah di aver avuto un rapporto non protetto. A questo punto scoppia il patatrac: le due donne, che non sapevano l’una dell’altra, decidono di coalizzarsi contro l’hacker davanti a un magistrato. Spiega Sarah/Anna: «Non c’entra affatto il Pentagono. Assange è di un uomo con un’opinione distorta delle donne e a cui non piace farsi dire di no».