Il senatore Marcello Dell’Utri avrebbe svolto una attivita’ di ”mediazione” e si sarebbe posto quindi come ”specifico canale di collegamento” tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi. Lo scrivono i giudici della Corte d’Appello di Palermo nelle motivazioni, depositate oggi e in possesso dell’ANSA, della sentenza con la quale Dell’Utri e’ stato condannato il 29 giugno scorso a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Non c’e’ una prova certa ”ne’ concretamente apprezzabile” che tra il senatore Marcello dell’Utri e Cosa nostra sia stato stipulato un ”patto” politico-mafioso. Lo scrivono, nelle motivazioni, i giudici che hanno condannato in appello il senatore del Pdl. Il mafioso Vittorio Mangano fu assunto, su intervento di Marcello Dell’Utri, come ”stalliere” nella villa di Arcore non tanto per accudire i cavalli ma per garantire l’incolumita’ di Silvio Berlusconi. Lo scrivono nelle motivazioni della sentenza di condanna del senatore del Pdl, i giudici della corte d’appello di Palermo presieduta da Claudio Dall’Acqua.
La fulminante carriera universitaria del nipote del boss
Via Il Post Sul Corriere della Sera di oggi, Giovanni Bianconi racconta la storia di Antonio Pelle, il nipote del boss della ‘ndrangheta Giuseppe Pelle, e della sua rapida carriera universitaria al corso di laurea specialistica in Architettura a Reggio Calabria. Il ragazzo ha 24 anni, è stato arrestato lo scorso aprile per i suoi … Leggi tutto