La Procura di Torino ha ribadito le richieste di condanna al processo per l’equity swap di Ifil-Exor. Le pene proposte dal pm Giancarlo Avenati Bassi restano dunque 2 anni e 6 mesi per Franzo Grande Stevens, 2 anni per Gianluigi Gabetti e 1 anno e 6 mesi per Virgilio Marrone.
Le condanne, per il reato di aggiotaggio, erano già state chieste il 7 gennaio. Il tribunale di Torino, però, anziché pronunciare la sentenza aveva ordinato una perizia super partes. Alla luce dei risultati del lavoro degli esperti nominati dai giudici, il pm Avenati Bassi è rimasto sulle proprie posizioni.
Il processo ruota attorno alla complessa operazione finanziaria che nel settembre del 2005 permise all’Ifil di mantenere il controllo della Fiat. Al vaglio dei giudici c’è però un solo aspetto della vicenda. Il comunicato con cui Torino, il 24 agosto di quell’anno, rispondendo a un quesito della Consob informava che non erano in programma e nemmeno allo studio iniziative sul titolo Fiat. Affermazioni che la Procura di Torino ritiene non veritiere.
Il pm Giancarlo Avenati Bassi al processo Ifil-Exor ha sottolineato più volte, nel corso del suo intervento, che le conclusioni di uno dei consulenti della difesa – in merito all’effetto che il comunicato ebbe sull’andamento del titolo – sono state ”falsate da un grossolano errore” di calcolo. Un errore che, peraltro, lo stesso consulente ha ammesso all’udienza del 29 ottobre, dedicata alla discussione della perizia.