Più che grillini paiono fameliche cavallette, pronte a erodere il consenso dei partiti tradizionali. La presenza del MoVimento 5 stelle alla competizione delle prossime comunali è forse la piaga più insidiosa sulla composizione della futura Sala Rossa. I seguaci subalpini di Beppe Grillo con il 6,5 % dei voti conquisterebbero tra i quattro e i sei scranni. Un debutto col botto che rischia di mandare all’aria ogni previsione. Lo attesta un sondaggio sulle intenzioni di voto dei torinesi realizzato in esclusiva per LoSpiffero da Contacta, società leader nel settore delle ricerche di mercato e servizi alle imprese. La rilevazione, effettuata nei giorni 23-26 ottobre attraverso telefonate (metodo Cati) a un campione rappresentativo di elettori (3.112 contatti, 1.193 interviste valide), è una prima radiografia sugli equilibri (e le possibili evoluzioni) tra le forze politiche in vista dell’appuntamento della primavera 2011.
Nell’ambito delle coalizioni si conferma il notevole divario tra centrosinistra (valutato 51,5%) e centrodestra (40,5%). Rispetto alla precedente consultazione (28 maggio 2006, vinta da Sergio Chiamparino al primo turno) la distanza si assottiglia di quasi 18 punti percentuali, un dato che va letto nel contesto storico: la forza di traino esercitata dal primo cittadino uscente, la debolezza intrinseca dell’avversario (Rocco Buttiglione), la partecipazione di sigle scomparse o trasformate (l’Ulivo, Forza Italia, An, ecc.). Allo stato attuale il gap è tale (11% sul voto comunale, quasi il 19 su quello regionale di marzo scorso in città) da non prefigurare un cambio di maggioranza a Palazzo Civico.
All’interno degli schieramenti si registrano alcune variazioni significative. Il Pd con il 27,5% di potenziali consensi sostanzialmente mantiene i voti raccolti alle regionali (25,1 a cui va sommata la percentuale incassata dalla lista “Insieme per Bresso”, 4,89) ma crolla rispetto al voto di cinque anni fa. All’epoca l’Ulivo portò a casa il 39,5% e 23 consiglieri: un risultato impensabile oggi. Sempre nell’ambito del centrosinistra va segnalato il lusinghiero dato conseguito da Sel di Nichi Vendola (4%) che lo pone come forza preminente rispetto alle altre formazioni di sinistra. La federazione che riunisce Comunisti italiani e Rifondazione si ferma al 3,5%. Calo fisiologico per l’Italia dei valori, che scende dal 9,45% dello scorso marzo al 7% nella rilevazione. Secondo alcuni sarebbe un primo effetto di “cannibalizzazione” nell’area antagonista-giustizialista, principale conseguenza della discesa in campo del presidente pugliese e, soprattutto, dei grillini. Mera testimonianza, almeno per il momento, per l’Api di Francesco Rutelli (1%). È chiaro che il quadro potrebbe mutare – e di parecchio – se la partita delle alleanze configurasse aggregazioni diverse.