Apparentemente contraddittorio, il silenzio assordante è una sensazione che sono certo ciascuno di noi ha vissuto almeno una volta nella vita. E’ esattamente questo stato d’animo che mi ha mosso ad approfondire il silenzio stampa, trasversale ad ogni orientamento politico, sulle gravi carenze, sulle limitazioni, che presenta l’informazione nel nostro paese.
In una nazione dove l’informazione è troppo spesso merce di scambio, che il silenzio dell’editoria nostrana potesse essere il prezzo del favore ricevuto amareggia ma non sorprende. Decisamente più anomalo il silenzio sul web dove apparentemente nessuno sembrava interessato. Tra i diversi quotidiani on line l’unico accenno viene fatto dal neo nato Lettera43 che tratta la notizia parlando della Francia senza riferimento alcuno alle dinamiche del nostro paese.
Le ricerche sia dei termini “libertà di stampa” che “classifica libertà di stampa” rilasciavano risultati prevalentemente datati alle indagini precedenti di RSF. Anche l’unico quotidiano nazionale che tratta la notizia non compare nelle ricerche su google news neppure utilizzando le stesse parole [chiave di ricerca “rsf libertà di stampa”] che consentono di identificare l’articolo nel sito del giornale.
Torna in mente allora come, secondo quanto pubblicato da Google Trasparency, sia uno dei primi paesi per numero di richieste governative di rimozione dei dati al celebre motore di ricerca e che la nostra nazione abbia una classificazione di controllo sociale sul web “medio”. Neppure casuale l’impennata di siti inaccessibili con un picco proprio il 20 Ottobre [giorno del rilascio del rapporto di RSF] che utilizzando herdict.org si ottiene, come testimonia il grafico sottostante che conferma la tendenza già evidenziata dall’analisi del traffico bloccato da fonti governative per quanto riguarda google news.it come illustra l’immagine soprarriferita.