L’Enel non acquisterà più spazi pubblicitari sul Fatto Quotidiano. È la ritorsione per un articolo sgradito. Ce lo ha fatto sapere per iscritto l’Ufficio Stampa dell’Ente. Ne prendiamo atto. Grazie a vendite e abbonamenti, non dipendiamo dalla benevolenza dei signori della pubblicità. Non scriviamo sotto dettatura.
Preoccupa che la pubblicità non serva a promuovere un prodotto, ma ad addomesticare l’informazione. Troppi giornali, grandi e piccoli, sono tenuti in soggezione dagli investimenti pubblicitari. Troppi giornalisti scrivono con il timore di provocare un danno economico che l’editore non perdonerebbe.
L’Enel sta piazzando in Borsa le azioni della controllata Enel Green Power. Chiede 3 miliardi di euro ai risparmiatori. Ma questi, quando leggono articoli incoraggianti, devono chiedersi se i consigli per gli acquisti sono il frutto delle pressioni pubblicitarie dell’Enel? La rappresaglia contro Il Fatto è scattata per un nostro articolo, pubblicato domenica scorsa, definito “feroce stroncatura” a causa di un solo, blando, giudizio: “L’Enel si fa pagare abbastanza le azioni Enel Green Power”. Insopportabile, per i signori delle inserzioni, usate per premiare i giornali docili e obbedienti.