Maurizio Ternavasio via Lastampa.it
«Sono stato assunto dalla Apple il 2 settembre per occuparmi della vendita al pubblico e dell’assistenza nel nuovo store a Le Gru. Il 12 ottobre, prima che finisse il periodo di prova, mi hanno licenziato senza motivazione scritta». È disperato, lo “specialista” Marco Savi, 42 anni. «Ho lasciato un’attività in proprio perché per me, che sono nel settore da vent’anni, Apple era il punto di arrivo della carriera. Invece è stata una grandissima delusione. Ci hanno fatto fare un corso incentrato non sulla parte tecnica, ma sulla filosofia dell’azienda. Nello store eravamo tutti un po’ allo sbaraglio, senza nozioni sulle procedure di cassa e dei finanziamenti». Eppure l’entusiasmo era a mille.
«Il primo giorno ho lavorato più di 12 ore, e a settembre ho fatto 48 ore di straordinari. Poi sono cominciati i problemi: un giorno ho perso la voce e stavo male, ma i manager non mi hanno lasciato andare a casa, spostandomi in magazzino. Un collega è stato ripreso perché ha fatto una pausa di cinque minuti per prendere una pastiglia per il mal di testa. Lo scorso martedì, appena arrivato al lavoro – continua Savi – uno dei manager mi ha comunicato che non avevo superato il periodo di prova. Ci sono rimasto di sasso. Quando ho chiesto le motivazioni, prima mi è stato detto che non ero stato abbastanza “caloroso” nel salutare i clienti, e poi da un suo collega che non avevo sposato in pieno il “pensiero Apple”».
…
Ma quello di Savi non è un caso isolato. Negli ultimi giorni sono stati mandati via altri 3 dipendenti, tra cui il 22enne Alessandro Montagner. «Il 13 ottobre mi è stata consegnata la famosa lettera che ho dovuto sottoscrivere per presa visione – dice – Ovviamente non c’era la motivazione. Quattro giorni prima avevo comunicato ad uno dei manager che presto avrei iniziato, fuori dall’orario di lavoro, un corso di design di cui avevo già parlato all’atto dell’assunzione.Apparentemente la cosa non dava problemi: invece sono sicuro che sia stata questa la causa del mio allontanamento, visto che non sono mai stato richiamato. “Da che parte vuoi uscire?”, mi hanno chiesto dopo il licenziamento. Ho scelto la porta principale: “Me ne vado a testa alta”, ho risposto, perché ho sempre fatto il mio dovere». Dalla Apple, al momento, nessuna risposta ufficiale.
A parte la politica Apple che è sicuramente discutibile e lo dico da felice possessore di iPhone e da prossimo acquirente di Mac…però…come passa per la testa ad un 42enne di lasciare un'attività in proprio e ben avviata per andare a fare il "commesso" alla Apple??!?!
Buono a sapersi…