Vengo informato, trovandomi all’estero, che La Stampa di oggi annuncia la mia candidatura a sindaco di Torino. La notizia è destituita di ogni fondamento. Non è la prima volta che il mio nome viene usato, senza il mio permesso, in operazioni di propaganda di parte. Io sono impegnato nella costruzione di un laboratorio politico che non è ne’ di sinistra ne’ di destra, e che si chiama anche per questo “Alternativa”.
Mio obiettivo è unire tutti coloro che sono estranei alla casta politica. E questo stesso fatto dimostra la mia incompatibilità con ogni lista che non mette in discussione il modello di sviluppo basato sulla crescita infinita, e quindi si distanzia dall’obiettivo qualificante di Alternativa: affermare che lo sviluppo infinito è impossibile e che bisogna avviare la società verso un nuovo modo di vivere.
Oggi pomeriggio, alla Cascina Marchesa di corso Taranto, Chiesa annuncerà la propria candidatura sotto le insegne della lista Comunisti-Sinistra popolare. «Conosce la città, è attento alle dinamiche del mondo del lavoro e all’ambiente», spiega Rizzo. «È quel che ci serve per una sinistra popolare, non quella che si allea con il Pd».
Per la serie «c’è sempre qualcuno più a sinistra». Questa, di sinistra, dice di cercare «un nuovo modello di società», strizza l’occhio alla sterminata galassia post-comunista, ma non ai «fighetti» di Rifondazione e del Pdci, quelli che «cercano un posto in Consiglio comunale, vogliono solo la seggiola». Loro, i «comunisti popolari», no. Niente seggiola, nel solco del più classico degli annunci da campagna elettorale. E via con un altro sempreverde: «Quel che promettiamo sarà realizzato, non come gli altri, che promettono e poi fanno l’opposto».