Secondo il nuovo regolamento dei contributi per l’editoria internet non esiste

Si tratta di contributi per l’editoria o di una ciambella di salvataggio per l’editoria tradizionale ? Via Asca

E’ pronto il regolamento per il riordino dei contributi all’editoria. Dopo i pareri delle Commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato, il Dipartimento per l’editoria della Presidenza del Consiglio, guidato da Elisa Grande, ha provveduto alla sua riformulazione e in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri sara’ all’ordine del giorno per l’approvazione definitiva.

Il testo del nuovo regolamento, che Asca e’ in condizione di anticipare, e’ ovviamente basato sulla legislazione esistente ma introduce maggiore rigore nella concessione dei contributi, vincolati alle effettive vendite di giornali e periodici, introducendo tuttavia elementi di incertezza nella gestione delle imprese editoriali, sin qui in grado di conoscere in via presuntiva la dimensione del sostegno di cui potevano godere da parte pubblica.

I quotidiani ad esempio potranno richiedere i contributi a condizione che la testata sia venduta per almeno il 25% delle copie distribuite (per i giornali nazionali) e 40% per i quotidiani locali.

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Photoshop for Dummies

Via l’89 La Padania di oggi, organo della Lega Nord (“per l’indipendenza della Padania“, giova ricordarlo). Poco sotto a un titolo da tremare, nel quale si racconta di un Luca Zaia – tempestivo nell’attendere che il colonnello s’allontanasse da Roma – tuonante contro Tripoli, la fotonotizia. Quella del giorno fa da compendio all’articolo a lato, … Leggi tutto

Obituary: Laurent Fignon

Laurent Fignon è morto a soli 50 anni dopo una lunga battaglia contro il suo tumore. Il suo ricordo sulla Gazzetta

Correva anche lui. Correva una corsa a tappe cui non avrebbe mai voluto iscriversi, perché il traguardo è ignoto, perché il traguardo non è una liberazione ma una tragedia, perché non bisogna andare forte ma piano. Correva anche lui sapendo di avere tutte le capacità per resistere, per lottare, per rallentare. Corridore lo era sempre stato, anche quando non andava in bici. Ma oggi, a mezzogiorno e mezzo, è arrivato al traguardo. Ed è morto. Laurent Fignon era “il Professore”. Non per gli studi, ma per l’aspetto: occhialini da miope e da intellettuale, forse anche l’origine parigina, forse quell’aria saputa da francese, o forse semplicemente perché era uno capace di pensarle e di dirle, e non solo di pedalarle.

Fino a 16 anni aveva toccato piste e palloni, praticato sport individuali e da squadra, preferito le attività fisiche a quelle scolastiche. Poi, a 16 anni, un’età oggi in cui i ragazzi non cominciano ma abbandonano lo sport, ecco l’illuminazione: un amico che sfoggia una bici, il papà che gli sistema un vecchio telaio, un allenatore di ciclismo che gli prospetta tutto il peggio — sofferenza, sacrificio, sconfitte — e allora lui che da quelle due ruote a trazione umana tira fuori il meglio. Professionista, dal 1979 al 1993, due Tour de France (1983 e 1984), un Giro d’Italia (1989), una Freccia Vallone (1986), due Milano-Sanremo (1988 e 1989), fino alla Ruta de Mexico conquistata nell’anno dell’addio alle corse. Come dire: uomo da grandi giri ma anche atleta da corse di un giorno. Poi organizzatore (della Parigi-Nizza), commentatore tv (France 2) e radiofonico (Europe 1), autore (la sua storia “Quando eravamo giovani e spensierati”).

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Per aggirare il ricatto di Gheddafi sull’Africa

Mario Deaglio su Lastampa.it La popolazione africana «nera» cresce infatti di oltre 20 milioni l’anno e per conseguenza raggiungerà il miliardo nel 2017, nel 2020 sarà attorno a un miliardo e 80 milioni, nel 2030, in un’ipotesi media di crescita, circa 1300 milioni. La popolazione europea rimarrà stazionaria fino al 2020 e comincerà a perdere … Leggi tutto