Se 500 euro vi sembran pochi

Via LSDI

Cinquecento euro lordi al mese; 6.000 euro lordi l’ anno. E’ il salario medio di un web editor secondo quanto riporta  Alessandro Sisti, un esperto di mezzi di comunicazione, digital marketing, web e social network, in un articolo in cui analizza la questione dell’ andamento economico del Post di Luca Sofri, al centro in questi giorni di un acceso dibattito innescato da una seriedi valutazioni di Massimo Russo.

Al di là del giudizio sui compensi da fame per i web editor, quello che colpisce in particolare in questo articolo è la assoluta franchezza con cui si attribuisce a queste figure professionali del mondo dell’ informazione digitale la definizione di “redattori senza contratto giornalistico”, dando per scontato che nel web ci possano essere persone che fanno lavoro giornalistico (in che cosa il lavoro del web editor differisce da quello del giornalista-redattore dei siti mainstream con contrattazione giornalistica?) senza avere il trattamento previsto per quel lavoro.

Si tratta di una situazione molto diffusa se Alessandro Sisti ne parla come di figure a cui si può far ricorso per costruire delle testate con “strutture ragionevoli di costo”, come – fa capire  – fanno probabilmente  “i pure player Internet (portali come libero.it, yahoo.it, tiscali, network di blogger come liquida.it, etc)”,  che adottano “strutture di costo con meno vincoli sulla forza lavoro”.

Per sperare di raggiungere un equilibrio costi/ricavi meno aleatorio per il suo Post, suggerisce l’ analisi di Sisti, Sofri potrebbe adottare prima di tutto una forte ‘dieta’ sul piano del costo del lavoro, con “redattori senza contratto giornalistico” e con un salario di 500 euro lordi al mese (web editor), invece dei 5 giornalisti regolarmente contrattualizzati che lavorano attualmente su quel sito.