Il titolo dell’editoriale di Mario Calabresi su La Stampa: “il mondo in balia di un idiota” sul reverendo Terry Jones, risponde alla logica del branco. Calabresi dice cose ragionevoli e condivisibili ma, a mio modo di vedere, quell’epiteto “idiota” sparato in prima pagina per il talebano protestante Jones risponde alla tipica logica dell’essere forte con i deboli e debole con i forti così tipica dei grandi media.
Non ricordo infatti che sulla prima pagina de La Stampa sia stato dato dell’idiota a Roberto Calderoli quando con la maglietta su Maometto provocò undici morti a Bengasi. Non ricordo che sia stato definito un idiota George Bush, che parlava con dio e in suo nome scatenava guerre.
Vige insomma un principio d’autorità per il quale non è idiota ciò che in buona fede appare idiota ma è idiota chi, una volta isolato dai più, può essere bastonato senza rischio. Un presidente diventa dittatore e un dittatore diventa presidente a seconda di chi è alleato con chi. Quando l’idiota è potente, e ce ne sarebbe una sfilza lunga tra nostrani e stranieri, ha possibilità di querelarti o danneggiare la tua carriera o semplicemente crearti qualche noia, la stampa batte i tacchi, mette i guanti bianchi e si esprime con rispetto.