Si potrebbe definire «beneficenza democratica». I grillini del Movimento 5 Stelle, di fronte allo stallo del riconteggio delle schede elettorali per mancanza di fondi, hanno deciso di lanciare una provocazione mettendo a disposizione i propri rimborsi elettorali per dare il via alle operazioni.
«Siamo per la legalità – scrive il gruppo consiliare composto da Davide Bono e Fabrizio Biolè – riteniamo quindi inaccettabile che una sentenza non possa trovare esecuzione per mancanza di denaro ed è altresì grave che occorrano mesi per stabilire se la giunta attualmente in carica sia legittimata o no a governare il Piemonte». I grillini hanno annunciato, quindi, che chiederanno al Ministero dell’Economia di destinare i propri rimborsi elettorali, 132.000 euro, a cui già avevano rinunciato a suo tempo e auspicano che i partiti che i rimborsi li hanno presi (il riferimento è ai 900 mila euro del Pdl e gli oltre 800 mila del Pd) facciano lo stesso integrando la differenza.
Per ora nessuno dei due grandi partiti ha ufficialmente risposto, ma l’iniziativa dei grillini rischia di scavalcare chi, soprattutto il Pd, negli ultimi giorni ha denunciato a gran voce ostacoli e rinvii nell’esecuzione della sentenza del Tar Piemonte.
2 commenti su “I grillini propongono di pagare il riconteggio con i loro rimborsi”
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Il vero problema è che codesti grillini sono per la legalità, perchè sostanzialemente sono persone che non vengono dalla politica, ma gente comune che tutti i giorni è abitata a svegliarsi presto per andare a lavorare con il sudore della fronte.
Mentre i signori "professionisti della politica", per evitare di sudare troppo, preferiscono utilizzare altri stratagemmi per migliorare la propria vita.
Ai grillini consiglio, vivamente, di cambiare paese, perchè in Italia le cose rimarranno così. Qualcuno diceva che "un grande cambiamento si ottiene solo attraverso un grande dolore", ma in una società di invertebrati come la nostra, chi vuol più soffrire (soprattutto per un ideale?).
@Andrea: perchè invece di cambiare Paese non cambiamo il Paese? Quelli che se ne devono andare sono altri ;-)