A metà luglio sono stati licenziati. Ma ora il giudice del lavoro ha deciso il reintegro per i tre operai della Fiat di Melfi (due dei quali delegati Fiom) rimasti senza lavoro. Il licenziamento dei tre lavoratori, deciso dall’azienda il 13 e 14 luglio scorso, ha avuto carattere di «antisindacalità» ed è quindi stato annullato dal giudice del lavoro, che ha ordinato l’immediato reintegro dei tre nel loro posto. «REPRESSIONE» – La notizia è stata confermata dal segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele De Nicola, secondo il quale «la sentenza indica che ci fu da parte della Fiat la volontà di reprimere le lotte a Pomigliano d’Arco e a Melfi e di ] A metà luglio sono stati licenziati. Ma ora il giudice del lavoro ha deciso il reintegro per i tre operai della Fiat di Melfi (due dei quali delegati Fiom) rimasti senza lavoro. Il licenziamento dei tre lavoratori, deciso dall’azienda il 13 e 14 luglio scorso, ha avuto carattere di «antisindacalità» ed è quindi stato annullato dal giudice del lavoro, che ha ordinato l’immediato reintegro dei tre nel loro posto.
La notizia è stata confermata dal segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele De Nicola, secondo il quale «la sentenza indica che ci fu da parte della Fiat la volontà di reprimere le lotte a Pomigliano d’Arco e a Melfi e di “dare una lezione” alla Fiom». I tre operai – Antonio Lamorte, Giovanni Barozzino (entrambi delegati della Fiom) e Marco Pignatelli – furono licenziati perché, durante un corteo interno, secondo l’azienda bloccarono un carrello robotizzato che portava materiale ad operai che invece lavoravano regolarmente. (Fonte Ansa)
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