Nell’ anno del Signore 2001, quello dopo cui nulla sarebbe stato più come prima, Nora Roberts, l’ autrice di centinaia di lovestory, stracciò nella classifica dei libri più venduti quei mostri sacri di John Grisham e Stephen King. Il mondo dei libri viveva l’ alba di una nuova era: l’ eBook era ancora fantascienza ma il web più che realtà. E una compagnia di Seattle con la scommessa di vendere senza aprire un solo negozio, Amazon, aveva varcato la soglia di un miliardo di dollari di ricavi. Quasi la metà del giro d’ affari del più grande rivenditore d’ America e del pianeta: Barnes & Noble. Nove anni dopo la signora Roberts è ancora lì, nei piani alti della classifica, a rigiocarsela con King & Grisham.
quella che era la libreria più grande d’ America discende le valli del business che aveva solcato con orgogliosa sicurezza: per mettersi in vendita. Il valore di Barnes & Noble è sceso sotto il miliardo: 950 milioni di dollari. E l’ ex piccola compagnia di Internet oggi vale 55 volte tanto: 55 miliardi di dollari. Ai numeri non si comanda per definizione: tantomeno ci sono mai riuscite le lettere. La fine di un mondo non è però la fine del mondo. Barnes & Noble prova a rinascere dalle sue ceneri. Saltando proprio sul carro del libro elettronico. Amazon dice che vende 143 eBook ogni cento libri di carta. E per competere in un mercato da 90 milioni di dollari, raddoppiato nel giro di un anno e destinato a salire dal 6 al 25 per cento entro il 2011, Barnes & Noble ha lanciato alla fine del 2009 Nook, il lettore rivale di Kindle. Ma la gara con Amazone Apple – appena scesa nell’ arena, aspettando l’ arrivo di Google – non si può fare con 40mila dipendenti e 720 negozi sul groppone.