Quando costa fare il giornalista per il web? Come quando costa? C’è un errore, forse la domanda giusta è: quanto si guadagna a scrivere per il web?
Nessun errore! Al giorno d’oggi per riuscire a costruirsi una professione nel più tecnologico, futuribile, democratico, accessibile, semplice, accreditato, e forse anche “letto” fra i mass-media specificamente deputati alla divulgazione dell’ informazione, non basta avere una seria base professionale alle spalle, non serve neanche essere creativi quanto basta, e, soprattutto nel nostro paese, non è assolutamente necessario, anzi forse può diventare un ostacolo avere un’idea rivoluzionaria.
Basta essere disponibili ad essere sfruttati! Meglio se non si chiede alcun compenso, tanto se sei bravo saranno gli utenti ad attribuirti il successo dovuto e con quello arriveranno i banner pubblicitari e con quelli i click sul tuo sito/blog/homepage di facebook o similari, e con i click allora sì che le tue tasche si riempiranno di bei dollaroni! O forse no?
In uno dei forum più accreditati fra gli internauti italiani quanto a serietà e credibilità per trovare occupazione e sistemi “onesti”, e sottolineo onesti, per produrre altrettanto “specchiati” guadagni lavorando on-line, ho scoperto una sezione (‘categoria’) che si intitola ‘Compravendita servizi editoriali’.
Accipicchia mi son detto, vuoi vedere che il web ha già trovato internamente e grazie al sistema della condivisione (sharing per chi fosse un poco meno informato sulle dinamiche della rete…) una valida risposta ad uno dei quesiti che arrovellano di più, noi giornalisti web-oriented, ovvero come mettere a regime e trovare un compenso adeguato per chi produce contenuti e li veicola attraverso la rete?
Vuoi vedere che il web è riuscito in automatico, ovvero mettendo a frutto le esperienze dei suoi stessi naviganti, a mettere un tappo e a far chiudere una falla gigantesca dalla quale grazie all’operato di pochi e non meglio precisati web-editor di nome, ma non certo di fatto, la rete si è riempita di contenuti?
Contenuti, sovente anche molto interessanti, spesso perfino originali, altre volte copia-incollati alla rinfusa e con rapace velocità tramite il lavoro di centinaia o forse migliaia di più o meno noti blogger o ‘artigiani’ del web content, non pagati o sottopagati.
Perchè questo è ad oggi il profilo professionale che si ricava analizzando l’attività giornalistica in rete. Con le uniche eccezioni per i colleghi che operano nell’on-line di alcuni grandi gruppi editoriali, i quali però rappresentano una piccolissima minoranza e nonostante la loro affiliazione agli editori “veri” spesso sono anch’essi discriminati in seno alle proprie aziende di appartenenza.
Ma non è andata così! Nessun prodigio auto-costruito ha illuminato il web. Anzi controllando meglio i testi degli annunci inseriti nel celebre forum, ho scoperto che i giornalisti in questa parte di mondo non si chiamano nemmeno più così, bensì articolisti! E che gli articoli per riempire di informazioni i siti/blog/portali on line vengono acquistati a blocchi da 20 per volta e alla “considerevole” cifra di 0,02€ cadauno.
Per segnalare a LSDI irregolarità nel settore dell’editoria on-line
Faccio questo lavoro da 3 anni. Il massimo guadagnato per un articolo (che si tratti di interviste con tanto di trasferta su Milano, ad esempio, o di un pezzo d’opinione) è 5 Euro.
Adesso, per non perdere la mano, continuo a collaborare anche con grandi gruppi editoriali, come dice lei, che in ogni caso, non si sbattono a pagarti più di 4 Euro a pezzo.
E pensare che Mondadori (ok, il confronto non regge, ma il paragone economico per quantità di righe scritte mi turba) per 10 righe-10, mi sgancia una cifra vergognosamente alta. Con 10 righe, su uno dei Blog con cui collaboro, con tanto di specializzazione Seo e amicizia con Google, non vedrei neanche una lira.
Fare la giornalista è un sogno lontano, fare la blogger non remunera: la gente come me riempirà le agenzie di web marketing, l’unica possibilità per tirare a campare.
Buon lavoro!
Avvilente!