Sconcerto e allarme da parte dell’ Ordine dei Giornalisti della Toscana per la vicenda che ha coinvolto il giornalista fiorentino Stefano Prizio, colpito da una richiesta di risarcimento danni da 500mila euro da parte dei fratelli Diego e Andrea Della Valle, azionisti di maggioranza della Fiorentina.
Esprimo sconcerto – scrive in una nota Carlo Bartoli, presidente dell’Odg della Toscana – per la richiesta di 500 mila
euro presentata dai Della Valle nei confronti di un giornalista colpevole, a loro dire, di aver espresso la propria opinione sulle scelte della famiglia, ed esprimo vivissimo allarme per la decisione del sito internet fiorentina.it di estromettere il collega. In merito alla richiesta di risarcimento danni – è la conclusione del presidente dell’Odg Toscana – decidono gli organi competenti, ma la giustizia sommaria dell’editore non è nè ammessa nè ammissibile.
Alla base della richiesta danni da parte dei Della Valle ci sono alcune opinioni espresse da Prizio in un articolo
pubblicato su fiorentina.it il 27 marzo scorso, che avrebbero eccessivamente colpito la società e in particolare il progetto della Cittadella Viola, argomento trattato dal giornalista con toni ironici. In precedenza Prizio era anche stato dequalificato dai vertici della sua testata.In merito alla vicenda si è espressa anche l’assemblea dei redattori di fiorentina.it: “Esprimiamo la totale e
incondizionata solidarietà umana e professionale al collega Stefano Prizio. Pur volendosi astenere dall’esprimere ogni genere di giudizio sulla fondatezza delle richieste dei signori Della Valle, ci sentiamo in dovere di osservare come il comportamento del collega sia sempre stato improntato a criteri di assoluta correttezza professionale nel rispetto del diritto di cronaca sancito dall’articolo 21 della Costituzione.
Intanto a sostegno del giornalista si è mosso anche il popolo di Facebook. Sulla pagine personale di Prizio sono
comparsi numerossimi attestati di solidariet…. E’ nato anche un gruppo dal nome “Con Stefano Prizio e Pippo Russo in difesa della libertà di stampa“, che ha già ricevuto il supporto di 350 persone.