Si chiama Swype e vuole emulare sui touchscreen il mirabolante successo del T9 – il predictive text – sui cellulari tradizionali. Digiti una lettera e vengono fuori parole e frasi che potrebbero adattarsi a ciò che si vuole scrivere. Il T9 è amato (dai giovanissimi) e odiato (dai migranti digitali). L’autore del software è lo stesso, Cliff Kushler, ed è analoga la filosofia che ha ispirato il progetto. Invece di digitare sullo schermo, si fa scivolare il dito da una lettera all’altra della tastiera virtuale, guadagnando in velocità – dice Kushler – fino al 30 cento rispetto alla tecnica di scrittura adottata prima.
Swype è in versione beta, cioè preliminare, per Motorola i1 e CliqXt, Samsung Omnia II, MyTouch 3g della TMobile. Entro la fine dell’anno girerà su una cinquantina di smartphone. Kushler e la sua società non tralasciano ovviamente Android (la versione beta, scaricabile gratuitamente ancora per alcuni giorni, è destinata ad Android e funziona in tre lingue: inglese, spagnolo e italiano) ma puntano soprattutto a iPhone e iPad. Le trattative con Apple sono imminenti.