Via Confindustria Servizi Innovativi
“Il settore dei contenuti digitali, ovvero la produzione e fruizione on line di news, cultura, video, film, musica, intrattenimento, pubblicità, nel 2009 ha continuato a crescere in modo vivace, nonostante la crisi, il calo dei consumi delle famiglie, i tagli ai budget aziendali, la scarsità degli investimenti pubblici. A fronte di un Pil sceso di – 5% e dell’entrata in recessione di tutti i principali settori dell’economia italiana, l’e-Content ha ampliato il mercato dell’ 8,8%, raggiungendo un fatturato di 5.823 milioni di euro.” è quanto affermato da Stefano Pileri, presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici illustrando i risultati del Rapporto e-Content 2010, nel corso di un convegno tenutosi oggi a Roma.
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Il Rapporto evidenzia come nel 2009 con 10 milioni di famiglie connesse a banda larga su rete fissa, oltre 9 milioni di navigatori usuali su banda larga mobile, 30 milioni di dispositivi per la navigazione da mobile, 18,7 milioni di famiglie dotate di un ricevitore Tv digitale, i contenuti digitali in Italia possano ormai contare su una base tecnologica di massa e un’audience che si sta rapidamente ampliando con il coinvolgimento di fasce di popolazione rimaste finora ai margini.
“Il 2009 è stato l’anno in cui anche la televisione, con i suoi contenuti a larga diffusione, è entrata definitivamente nel settore digitale con gli switch off del digitale terrestre– ha precisato Andrea Ambrogetti, vicepresidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici e delegato televisioni di nuova generazione – Il digitale e i suoi contenuti stanno rapidamente unificando tutti i mezzi di comunicazione e la Tv digitale, ormai presente nel 70% delle famiglie italiane e alla vigilia dello storico sorpasso in termini di ascolto dell’analogico, ne divengono fattore trainante introducendo in questo mondo milioni di cittadini che ne erano finora rimasti ai margini”.
Un punto di grande criticità, evidenziato dal Rapporto, è rappresentato dall’arretratezza dei contenuti pubblici digitali, denotando la scarsa attenzione dello Stato su questo settore. Con una contrazione di – 17,8%, gli investimenti pubblici in contenuti digitali l’anno scorso non hanno superato i 50 milioni di euro. Eppure si tratta di contenuti strategici per il Paese quali l’istruzione, il turismo, i beni culturali, la cui digitalizzazione porterebbe vantaggi innegabili per tutti e da tutti i punti i vista. Tenendo conto delle ristrettezze di bilancio dello Stato, dal convegno è emersa la proposta di sostenere lo sviluppo dei contenuti digitali pubblici attraverso partnership pubblico-privato e modalità di project financing.