Alberto Sinigaglia è stato eletto all’unanimità Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte dal Consiglio dell’Ordine eletto la scorsa settimana.
Vicepresidente sarà Ezio Ercole, segretario sarà Paolo Girola, tesoriere Emmanuela Banfo.
Sul tema questo blog riceve e pubblica comunicazione da Emmanuela Banfo
Care colleghe e cari colleghi,
ieri sera abbiamo votato le cariche all’interno del consiglio dell’Ordine, rispondendo cosi’ a un obbligo di legge ma anche a un obbligo di coscienza nei confronti degli elettori e della categoria tutta, sia votante sia astenuta. Se mi presterete un po’ d’attenzione vorrei esporvi il mio punto di vista sulle scelte che sono state compiute. Forse alcuni colleghi e colleghe, fuori e dentro il neo-consiglio dell’Ordine, sono rimasti delusi ma sono convinta che insieme potremo rimarginare ognuno le ferite dell’altro e guardare all’unico motivo che ci tiene, deve tenerci uniti: il bene della categoria, sia di coloro che ci hanno votato sia di coloro che non ci hanno votato. Il nostro riferimento – a mio parere – ora non deve essere piu’ la ‘’lista’’ o il ‘’nostro’’ elettorato’’ o qualsiasi altra appartenenza (io personalmente ho archiviato Uniti per l’Ordine). Siamo chiamati a un ruolo istituzionale che come tale va oltre le ‘’parti’’.1)Le scelte compiute in consiglio non sono state pilotate dall’esterno e questo e’ di buon auspicio. Non ci sono state – almeno mi auguro – manovre ma la faticosa ricerca di punti di equilibrio, di compromessi, come chiede l’esercizio di una politica democratica.
2)Occorre accantonare la logica numerica, l’atteggiamento puerile ‘’sono arrivato prima io, no sei arrivato dopo tu’’. Per esempio, tre anni fa c’era una differenza consistente di voti tra me e il collega Miravalle , a mio favore, ma non per questo ho avanzato alcuna pretesa o nutrito alcuna aspettativa. Non esistono voti ‘’autentici’’ e voti’’falsi’’, voti ‘’spontanei’’ e voti ‘’pilotati’’. Io non risposi allora e non ho risposto in questa contingenza alle numerose sollecitazioni che mi invitavano a non indugiare e ad accettare i voti di quanti in consiglio mi avrebbero dato la presidenza (come, d’altra parte, l’avrebbero data a Paolo Girola). Sia chiaro che io ero nelle condizioni oggettive tre anni fa come ieri sera di essere eletta presidente ed entrambe le volte ho rifiutato. Non c’e’, non esiste, non e’ contemplata dalla legge l’elezione diretta del presidente e se qualcuno lo ha fatto credere e’ stato scorretto. Anche in Parlamento non diventa presidente del consiglio il piu’ votato. La storia della nostra Repubblica e’ piena di premier, anche di prima grandezza, provenienti da partiti di minoranza. E’ nella sintesi politica e non nella graduatoria numerica che si devono trovare le soluzioni di un buon governo.
3) Perche’ ho rifiutato l’ipotesi di essere eletta presidente? Perche’ da quando sono state chiuse le urne ogni mio sforzo e’ andato nella direzione di ricucire, almeno il piu’ possibile, gli strappi tra i professionisti, di individuare un presidente che raccogliesse il massimo dei consensi, ben oltre quelli che fanno riferimento al proprio elettorato o al proprio ‘’schieramento’’. E questo nome non poteva essere che quello del collega Sinigaglia. E ringrazio il collega Miravalle di averlo capito e di averlo candidato lui per primo, dimostrando spirito di servizio, lungimiranza e nobilta’ d’animo. D’altra parte non c’era alternativa se non si voleva riprodurre una situazione speculare a quella che ci eravamo lasciati alle spalle: un Ordine spaccato sostanzialmente in due, muro contro muro, facendo venir meno le condizioni minime di lavoro per un ente che e’ e deve essere soprattutto organo giudiziario.
Nell’ottica dell’unita’ mi sono battuta contro una soluzione facile che vedesse eletto un presidente solo con cinque voti (tre pubblicisti e due professionisti), non perche’ ci sono voti di serie A e voti di seie B ma perche’ mi e’ sembrata prioritaria l’esigenza di unita’, di ricompattare al massimo la rappresentanza dei professionisti lasciando da parte ambizioni e orgoglio personali4) Non c’era alternativa al collega Sinigaglia se si voleva imboccare la strada dell’unita’. Senza nulla togliere agli altri membri del consiglio, Sinigaglia e’ un professionista di tale statura e autorevolezza che non puo’ che porsi a garanzia dell’autorevolezza dell’organo a cui e’ stato posto alla guida L’ipotesi di un governo rosa, cosi’ come configurata dal collega Miravalle, era infattibile, anche se lo ringrazio di averla pensata, non soltanto perche’ avrebbe raccolto minori consensi ma anche perche’ non essendo io un bulldozer, un carro armato o un trans, avrei sicuramente dovuto porre la mia candidatura, non per vanita’ ma per dignita’ personale,considerata la mia storia (contera’ qualcosa al di la’ delle elezioni?) e cosi’ saremmo tornati da capo
5) La richiesta di rinvio delle elezioni delle cariche, espressa da una parte dei consiglieri, non aveva motivazione, non lo aveva di fronte alle colleghe e ai colleghi che hanno votato per due domenica e si aspettano ora un governo dell’Ordine operativo ed efficiente. Sarebbe stato irrispettoso nei loro confronti chiedere una proroga, ai limiti del dispositivo di legge e quindi molto pericolosa, soltanto per un problema di spartizione delle cariche. Il problema non sono le cariche ma come si gestiscono e tra i professionisti tutti, ripeto tutti, abbiamo le carte in regola, per autorevolezza e credibilita’, per gestirle con correttezza.
In tutta questa vicenda della rielezione dell’Ordine hanno giocato un ruolo eccessivo i puntigli personali. Per la mia cultura, la mia formazione politica, la mia fede religiosa, la vittoria non deve essere mai e poi mai concepita in termini di ‘’mia’’ o ‘’tua’’,come vittoria personale sugli altri, ma come volonta’ di promuovere un progetto unitario che abbia al centro non il ‘’proprio’’ bene ma il bene di tutti. Questo richiede anche sacrificio. Il sacrificio di farsi da parte, di fare un passo indietro, di mediare.
In questo senso ho apprezzato la scelta del collega Miravalle di proporre lui stesso il collega Sinigaglia come presidente e sono convinta che sia stata una scelta che andra’ a vantaggio della categoria. Invito tutti al massimo della collaborazione, a lasciare da parte rancori e tentazioni da ‘’resa dei conti’’ e a guardare al futuro con spirito nuovo. Resto convinta che tali e tanti siano i punti programmatici sui quali convergere e lavorare insieme, che possiamo davvero riuscire a non restare prigionieri del passato che ci ha visti antagonisti. Possiamo affermare di essere ‘’arrivati primi’’ quando sapremo raggiungere l’obiettivo che consiste nell’ essere rappresentativi della categoria (la stragrande maggioranza non viene neppure a votare) quando saremo vissuti come punto di riferimento forte e autorevole a tutela della professione, della dignita’ di colleghi e colleghe. Intendo dare il mio contributo a questa causa in un momento storico in cui la liberta’ e il rispetto dell’informazione giornalistica sono messe a dura prova. Ringrazio tutti, la neo consigliera tesoriereEmmanuela Banfo
Prima erano a capo di sindacato giornalisti e ordine giornalisti del Piemonte due dipendenti de La Stampa. Oggi sono nelle stesse cariche due importanti giornalisti solamente collaboratori de La Stampa. Probabilmente sta cambiando il vento e anche in Piemonte possiamo sperare in un futuro serio per i giovani giornalisti
!in ritardo, ma,comunque rallegramenti al dot Sinigaglia