Pochi giorni dopo la fine del Giro d’Italia parte il servizio noleggio di biciclette di Torino. È [TO] – bike, il servizio di bike sharing del Comune. Venti stazioni di noleggio saranno attive da domenica 6 giugno in coincidenza con la giornata del “Bike pride”, la parata dell’orgoglio ciclista.
Così, dopo l’avvio delle zone a traffico limitato (Ztl) nel centro città, un altro passo verrà compiuto verso una città più ecologica e a dimensione più umana. Per dirla con gli assessori all’Ambiente Roberto Tricarico e alla Viabilità Maria Grazia Sestero, il bike sharing è un altro tassello degli “importanti cambiamenti sul piano della sostenibilità ambientale: il nuovo impulso al teleriscaldamento con la rete di Torino nord in realizzazione, l’inaugurazione della nuova Ztl e la stabilizzazione su alte percentuali della raccolta differenziata”.
In autunno le stazioni diventeranno 116. L’abbonamento al bike sharing è già disponibile dallo scorso inverno. Tre sono le forme di abbonamento previsto. Tutte danno diritto alla prima mezzora gratuita dal momento del noleggio. Le tariffe si distinguono per quelle successive. L’abbonamento annuale costa 20 €. Con questa formula la seconda mezzora costa 80 centesimi, la terza 1,50 €, mentre dalla quarta in poi 2 €. Con gli abbonamenti settimanale (5 euro) e giornaliero (2 euro) la seconda mezzora costa 1 €, la terza 2, mentre dalla quarta mezzora in poi il prezzo sale a 3 €.
Ma le stazioni, dove sono? Pochi ancora le hanno viste e dal sito non è possibile sapere con esattezza dove si trovano quelle che entreranno in funzionamento da domenica.
1 commento su “A Torino parte il bike sharing, ma dove sono le prime stazioni ?”
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Lo ripeto sin dalla presentazione: se non viene ramificata in tutta la città la diffusione delle stazioni, siamo di fronte a un provvedimento inutile. L’utilità della bici a noleggio, Parigi insegna, è strettamente legata all’uso tra un quartiere e l’altro (o da una zona altrimenti scarsamente servita a una delle stazioni della Metropolitana) che porta l’utente a considerare una valida alternativa l’uso della bicicletta per tragitti copribili in poco più di 15 minuti. Quindi, concentrare nella zona centrale (o ZTL estesa) la presenza delle stazioni non serve a nulla. Arriverà la Signora Sestero a capirlo prima della fine del suo mandato? Chissà.