Vittorio Zucconi su Repubblica
Il giornale che esce dai confini della nobile e ancora vitalissima carta, senza rinunciare alla propria natura, mantenendo la propria faccia e la propria identità sensuale, restando se stesso mentre diventa altro, è il sogno che per decenni chi non poteva coprire la distanza fra la casa, la fermata dell’autobus e l’edicola, aveva cullato senza poterlo realizzare. Ancor più, chi viveva lontano dal proprio Paese e doveva accontentarsi di versioni striminzite o di facsimili di Repubblica vendute a prezzi inevitabilmente esosi, ora potrà non soltanto leggere, ma restare, con la stessa emozione di chi può mettersi una copia sotto il braccio, sentirsi parte della comunità di persone che si ritrovano attorno al proprio strumento preferito di informazione e di sentimenti. Meno passivi, più partecipi. In grado di leggere ogni giornale, ogni libro, ogni periodico, ogni blog, ogni sito pubblicato, ovunque. In mezzo metro quadrato portato sotto il braccio.
La libertà di informazione, di comunicazione, di stampa diventa ora completamente portatile, in un universo che continua a espandersi ogni giorno, e che include il giochino passatempo al libro d’autore, il blog e il quotidiano di carta liberato dalla limitazione della qualità grafica riprodotta su carta e reso splendente come mai nessuna patinatura aveva potuto fare in questi schermi ad altissima risoluzione. Con un tocco leggero si può giocare al gioco serissimo della libertà di scelta, liberarsi dalla schiavitù del pc monumentale sulla scrivania di casa o di lavoro, dal peso del portatile a tracolla che sega la spalla, dalla condanna delle anemiche batterie che ti piantano in asso nel momento più bello o in quello più importante. E quando, un giorno, anche l’Italia approderà con il solito ritardo in quel mondo del “wi-fi”, dei collegamenti a Internet diffusi ovunque, dalla piazza del paesetto ai giardini pubblici, dagli autogrill alle stazioni ferroviarie, dalle sale d’attesa degli ospedali alle aule, sfuggendo alla tirannide di sim, abbonamenti, tariffe incomprensibili, “provider”, il gioco dell’informazione diventerà davvero imprendibile.