Matteo Olivetti scrive a Localport
Sono le prossime generazioni che devono appropriarsi di quella che è stata una esperienza che ha creato la fortuna del nostro territorio perché non deve essere dispersa nel nulla. Noi, le Spille d’oro, la Fondazione Adriano Olivetti, la Fondazione Natale Capellaro, l’Archivio Storico Olivetti e molti altri appassionati (tra questi ci sono molti che hanno vissuto quella esperienza e che credono possa servire per ricostruire la nostra fortuna) ci siamo impegnati per capire e trovare un sistema che possa valorizzare la nostra storia ma che fosse utile (come esperienza) per costruire le attività produttive e culturali del futuro, per le nascenti generazioni.
Per adesso abbiamo inquadrato il problema, trovato uno spazio e stavamo cercando di lavorare per creare i contatti. L’idea è di non creare un “museo statico e polveroso” come quelli che troviamo nelle grandi città e che stanno chiudendo, ma deve essere uno spazio di ricerca, dinamico, collegato alle università e al mondo culturale e a tutte quelle realtà che fanno parte della economia imprenditoriale del momento, rivalorizzando attraverso gli occhi di quella esperienza la futura economia del nostro territorio.
Sicuramente abbiamo bisogno della saggezza di chi ha vissuto quegli anni ma abbiamo anche bisogno di spazio e di completa fiducia da parte loro (perché hanno ancora le redini della economia) in vista di preparare il terreno per le prossime generazioni.Noi siamo la generazione di transizione ed è difficile da capire e da ammettere ma anche questo è riportato nel pensiero politico di Adriano Olivetti ed è il concetto di “fabbrica” in tutte le sue sfaccettature che dobbiamo salvare ma sopratutto trasmettere alle nuove generazioni per ricreare l’economia.