Se iPad è una rivoluzione e lo sarà sempre di più per gli e-book e le copie digitali (o meglio i contenuti ottimizzati) di riviste e quotidiani grazie alle potenzialità che mettere in campo, è impensabile concepirlo come deus ex machina che risollevi il disastrato settore dell’editoria senza prima ripensare il modello di business che ha portato la carta stampata verso il baratro.
Lo sta dolorosamente comprendendo Condé Nast dopo aver venduto soltanto 365 copie di GQ dal dicembre scorso.
Lo sconto di due dollari, da 4,99$ a 2,99$, non è bastato per attirare lettori su un edizione identica all’originale cartaceo ed evidentenente giudicata troppo onerosa dai possessori di iPad.
Se gli utenti di iPad sono oggi disposti a pagare per ricevere contenuti di qualità non lo sono – o almeno non lo sono a questi prezzi – verso pubblicazioni che non sanno sfruttare quel valore aggiunto che la piattaforma di Apple è in grado di offrire.